Disinfetti le superfici in questo modo? È sbagliato, ecco come farlo bene
Le ricerche scientifiche sul coronavirus hanno dimostrato che il Sars-Cov-2 può sopravvivere anche sulle superfici. Ne parlavamo anche qui, chiarendo come la capacità infettante del virus possa variare con il passare delle ore. Tuttavia, con la scoperta della sua persistenza su determinati materiali, molti di noi stanno facendo più attenzione all’igiene delle mani e in tanti si stanno concentrando sulla pulizia della casa, spruzzando e lavando praticamente tutto ciò che può essere di facile portata, come le maniglie delle porte e le manopole dei rubinetti. Parecchi anche coloro che prestano particolare attenzione alla pulizia degli oggetti portati da fuori, compresi gli articoli acquistati al supermercato.
Una spruzzata di disinfettante e una rapida passata di uno o due strofinacci potrebbero però non bastare. Anche se la gran parte dei prodotti elimina fino al 99,9% di germi e batteri, i diversi disinfettanti richiedono un tempo più o meno lungo per agire. E spesso, leggere l’etichetta non è sufficiente a cogliere esattamente questa informazione. Salviette disinfettanti e detergenti spray hanno infatti istruzioni diverse, con tempi di azione che vanno dai 30 secondi a quattro e anche dieci minuti. Qual è il giusto modo di disinfettare? Ma soprattutto, quanto tempo serve per uccidere un virus? Ecco cosa dicono gli esperti, microbiologi e scienziati, interpellati dallo statunitense The New York Times.
Per quanto tempo un prodotto deve rimanere su una superficie per eliminare un virus?
“Quanto più a lungo si lascia agire, meglio è” dice il dott. Andrew Janowski, docente di Malattie infettive pediatriche presso il St. Louis Children Hospital della Washington University School of Medicine. Per prodotti specifici, serve controllare l’etichetta perché alcuni possono richiedere di disinfettare le superfici prima del loro uso perché eliminano alcuni batteri ma non i virus. L’indicazione disinfettante precisa che il prodotto distrugge o inattiva sia i batteri sia i virus riportati sull’etichetta. Prodotti contenenti ipoclorito di sodio, come la candeggina, possono richiedere un tempo di azione di cinque minuti, altri di 30 secondi. Per le salviettine igienizzanti, invece, i tempi consigliati possono andare dai quattro ai dieci minuti.
Tempi di azione diversi dipendono da quali sono i batteri o i virus che il prodotto dice di eliminare. Per presentare l’indicazione di disinfettante, questo deve essere sottoposto a un rigoroso processo di test stabilito dalle norme in vigore per verificare, in base al microrganismo, quali sono di tempi di azione e determinare se anche solo un qualsiasi microrganismo rimane vitale. “Le superfici più comuni delle case e degli ospedali hanno meno di 100 organismi per centimetro quadrato” spiega il dott. David Weber, professore di Medicina ed Epidemiologia all'Università della Carolina del Nord a Chapel Hill. Per essere quindi certi che una superficie sia disinfettata, è quindi necessario prestare attenzione alle raccomandazioni sui tempi di disinfezione riportati sull’etichetta, specialmente quando qualcuno in casa è malato. In alcuni casi, la contaminazione può raggiungere livelli molto alti, anche quando si maneggia pollo crudo in una cucina oppure si è in bagno. E, alcuni microrganismi, come ad esempio i norovirus che provocano gravi sintomi gastrointestinali, possono causare malattie anche in concentrazioni infinitesime.
Perché su alcune etichette è indicato che una superficie deve essere pulita prima di usare un disinfettante?
“Perché un germicida funzioni, deve venire a contatto con i germi – aggiunge il dott. Weber – . Se è presente uno strato di sporco, questo può in qualche modo proteggere i batteri. Per cui la pulizia deve precedere la disinfezione”. Se la superficie è ad esempio coperta di briciole, oppure di sporco o macchie di cibo, è quindi necessario eliminare questi residui prima di utilizzare un disinfettante. Anche nel caso di detergenti che promettono di pulire e disinfettare, si consiglia di lavare prima le superfici molo sporche.
Alcune salviettine disinfettanti indicano che l’azione avviene in quattro minuti. Serve davvero aspettare così a lungo?
“Penso che sia importante essere consapevoli del tempo di contatto” afferma il dottor Haley Oliver, microbiologo e professore associato di Scienze dell’alimentazione presso la Purdue University, nell’Indiana, e autore di un recente studio sulle salviette disinfettanti. Il dott. Oliver e i suoi colleghi hanno testato la permanenza di stafilococco aureo, uno dei batteri che è la causa principale di infezioni della pelle e dei tessuti molli, su un laminato plastico di 15 cm, evidenziando che cinque dei sei prodotti utilizzati hanno lasciato la superficie bagnata fino al raggiungimento del tempo di contatto indicato sull’etichetta. Un solo prodotto si è asciugato troppo presto ma è stato comunque efficace.
Utilizzo panno per pulire più superfici. Dovrei usarne uno nuovo per non diffondere i germi?
“Se la superficie non resta bagnata, non si verifica l’azione prevista” afferma sempre il dott. Oliver, rilevando che l’aspetto chiave per disinfettare con le salviette è quello di essere consapevoli di quando una salvietta si sta esaurendo. È quindi possibile utilizzare una stessa salvietta per pulire più superfici finché questa resta bagnata. Tuttavia, è raccomandato non utilizzare uno stesso panno sulle superfici di diverse stanze: un panno o una stessa salvietta usati in cucina non vanno utilizzati per disinfettare le superfici del bagno e viceversa.
Qual è il miglior prodotto contro il coronavirus?
Sulle etichette dei disinfettanti sono indicati quali microrganismi eliminano ma, poiché il Sars-Cov-2 è un nuovo virus, i prodotti non sono ancora stati testati. L’Epa, l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, ha però stilato un elenco di prodotti che dovrebbero ucciderlo perché testati contro altri microrganismi più difficili da eliminare oppure altri coronavirus. Tra questi, candeggine e altri disinfettanti, efficaci nei confronti di germi come salmonella e stafilococco a seconda dei diversi tempi di contatto. “Queste raccomandazioni – specifica il dott. Daniel R. Kuritzkes, capo della Divisione Malattie infettive del Brigham and Women's Hospital e professore alla Harvard Medical School – sono generiche e basate sul tempo impiegato per uccidere i batteri che sono molto più difficili da eliminare rispetto a un virus come Sars-Cov-2 – . Tempi di azione più brevi sono quindi probabilmente abbastanza efficaci da prevenire il Covid-19”.