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Diagnosi HIV in calo ma cresce il contagio tra i giovani

In Italia registrate 2.513 nuove diagnosi nel 2019 con un’incidenza più elevata nella fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni. Più colpite le regioni del Centro-Nord che presentano un incidenza più elevata rispetto a quelle del Sud.
A cura di Valeria Aiello
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Diminuiscono le nuove diagnosi di HIV ma il contagio cresce tra i giovani. Questi in sintesi i dati del report annuale stilato dal Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e diffusi in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids che ricorre il 1° dicembre. Nel dettaglio, nel 2019 sono state segnalate 2.531 nuove diagnosi di infezione da HIV, in calo di 472 unità rispetto all’anno precedente, quando le nuove diagnosi erano state 3.003, e di  1-048 unità rispetto ai 3.579 casi segnalati nel 2017. Nel complesso, l’incidenza registrata nel 2019 è di 4,2 diagnosi ogni 100mila abitanti, una frequenza che, quando rapportata a quella dei Paesi dell’UE, posizione l’Italia al di sotto media europea (4,7 nuovi casi ogni 100mila abitanti). Tuttavia, incidenze al di sopra della media nazionale sono state registrate nelle regioni con più alto numero di abitanti – Lazio (5,5 casi per 100mila residenti) e Lombardia (4,9 casi per 100mila residenti) –  con quasi tutte le regioni del Centro-Nord che presentano un’incidenza più elevata rispetto a quelle del Sud.

Riguardo a genere ed età, l’80% delle persone che hanno ricevuto una nuova diagnosi di HIV nell’ultimo anno sono uomini, con un’età media di 40 anni e un rapporto uomini/donne in aumento, passato da 3,7 a 4 casi negli uomini per ogni caso nelle donne. L’incidenza più alta è stata registrata nella fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni (10,4 nuovi casi ogni 100mila residenti) e in quella tra i 30 e i 39 anni (9,8 casi ogni 10mila residenti). La maggior parte delle nuove diagnosi è attribuibile a rapporti sessuali non protetti (84,5% di tutte le segnalazioni) di cui il 42,3% a rapporti omossessuali tra uomini (MSM). Tuttavia, nell’ultimo anno, la quota di nuove diagnosi ascrivibili a MSM è per la prima volta pari a quella dei rapporti eterosessuali. In diminuzione il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV negli stranieri (25,2% del totale) di cui il 57,5% dei casi è attribuibile a rapporti eterosessuali.

Aumenta, invece, la frequenza di nuovi casi di HIV diagnosticati tardivamente (persone in fase clinicamente avanzata dell’infezione, con bassi CD4 o presenza di sintomi). Il 39,7% delle persone ha infatti scoperto tardivamente di aver contratto l’infezione, con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cellule/uL e il 58,7% con conta inferiore a 350 cellule/uL. La diagnosi tardiva è riportata nel 68,9% degli uomini eterossessuali e in più della metà delle donne (58,3%): un terzo delle persone (33,1%) ha eseguito il test per sospetta patologia HIV correlata o presenza di sintomi di infezione. Altri principali motivi di test sono stati i rapporti sessuali senza preservativo (14,9%), comportamenti a rischio (12,7%), accertamenti per altra patologia (9,3%) e iniziative di screening/campagne informative (8%).

I principali dati del rapporto HIV/AIDS 

  • L’incidenza (casi/popolazione) delle nuove diagnosi HIV mostra una riduzione dal 2012, con una diminuzione più evidente nell’ultimo biennio.
  • La riduzione del numero di nuove diagnosi HIV interessa tutte le modalità di trasmissione.
  • Nel 2019 l’incidenza più elevata di nuove diagnosi HIV si riscontra nella fascia di età 25-29 anni.
  • Diversamente dagli anni precedenti, in cui la modalità di trasmissione più frequente era attribuita a rapporti eterosessuali (maschi e femmine), nel 2019, per la prima volta, la quota di nuove diagnosi HIV riferibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) è pari a quella attribuibile a rapporti eterosessuali.
  • Tra i maschi, circa la metà delle nuove diagnosi HIV è in MSM. Dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in stranieri.
  • Dal 2017 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (con bassi CD4 o presenza di sintomi): nel 2019 2/3 dei maschi eterosessuali e oltre la metà delle femmine con nuova diagnosi HIV sono stati diagnosticati tardivamente (CD4 < 350 cell/µL).
  • Un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV nel 2019 scopre di essere HIV positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate con HIV.
  • Il numero di decessi in persone con AIDS negli ultimi anni è rimasto stabile.Nel 2019 diminuisce la proporzione di persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS.
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