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Dallo spazio profondo emersi misteriosi “quasar freddi” che riscrivono la morte delle galassie

Grazie a una dettagliatissima mappa dell’Universo chiamata Sloan Digital Sky Survey, gli scienziati dell’Università del Kansas hanno scoperto dei “quasar freddi” all’interno dei quali è ancora in atto il processo di formazione stellare. Sino ad oggi si riteneva che i luminosissimi quasar, alimentati da buchi neri supermassicci, fossero vere e proprie galassie “morte”, cioè prive della nascita di nuove stelle.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Michelle Vigeant
Credit: Michelle Vigeant

Nello spazio profondo sono stati scoperti misteriosi quasar ricchi di gas freddi chiamati “quasar freddi”, all'interno dei quali nascono ancora delle stelle. Poiché si riteneva che i luminosissimi quasar (quasi-stellar radio source, radiosorgenti quasi stellari) fossero fondamentalmente delle galassie morte, nelle quali i gas e le polveri necessari alla formazione delle stelle venissero espulsi verso l'esterno, la scoperta di queste varianti fredde dove la formazione stellare è ancora in atto è destinata a far riscrivere le teorie sulla fine di una galassia.

Caccia ai raggi X. A individuare i quasar freddi è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Università del Kansas, Stati Uniti, che si sono avvalsi della Sloan Digital Sky Survey, una dettagliatissima mappa dell'Universo conosciuto. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Allison Kirkpatrick, docente di Fisica e Astronomia presso l'ateneo di Lawrence, si sono concentrati su una specifica area della mappa nota col nome di “Stripe 82”, e qui sono andati a caccia dei raggi X, che rappresentano una vera e propria firma dei quasar. Questi affascinanti oggetti sono alimentati da buchi neri supermassicci in grado di scatenare colossali ondate di energia elettromagnetica, attraendo i gas e le polveri delle galassie in cui si trovano e proiettandoli verso l'esterno. Durante questo processo l'attrito tra le particelle coinvolte raggiunge temperature elevatissime e il quasar emette raggi X; ciò determina inoltre una luminosità centinaia di volte superiore a quello di una galassia tipica. Per gli scienziati i quasar rappresentano la fase finale di una galassia, nella quale non possono formarsi nuove stelle a causa degli eventi sopra descritti, tuttavia la scoperta dei quasar freddi rivoluzionano questa teoria.

Credit: Dark Energy Camera Legacy Survey DR7 / NOAO
Credit: Dark Energy Camera Legacy Survey DR7 / NOAO

Quasar freddi. Dalle analisi condotte da Kirkpatrick e colleghi è emerso che circa il 10 percento dei quasar esaminati aveva ancora gas freddi al loro interno, all'interno dei quali continuavano a nascere stelle. “Questo di per sé è sorprendente – ha dichiarato l'autrice principale dello studio -, si tratta di sorgenti molto compatte, blu e luminose, che sembrano esattamente ciò che ci si aspetterebbe da un buco nero supermassiccio agli stadi finali, dopo che ha fermato la formazione di stelle nella sua galassia: questa è la popolazione che sto chiamando “quasar freddi”. Secondo gli scienziati i quasar freddi potrebbero essere una fase transitoria nella vita di una galassia dalla durata relativamente breve in termini astronomici, circa 10 milioni di anni, che si verificherebbe prima della totale estinzione della formazione stellare. Gli scienziati vogliono capire se questo particolare destino da quasar freddo attende tutte le galassie o solo alcune di esse. I dettagli dell'affascinante ricerca sono stati presentati durante il 234° incontro della American Astronomical Society in corso di svolgimento a St. Louis.

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