Creme solari, le sostanze chimiche entrano nel nostro sangue: quali sono i rischi
Le sostanze chimiche presenti nelle creme solari entrano nel nostro sangue in quantità superiori rispetto a quelle previste fino ad oggi, la conferma arriva dalla FDA che però ci spiega perché questa notizia non debba farci preoccupare e come mai stiano analizzando questo passaggio dalla pelle al sangue. Ecco cosa c’è da sapere.
Creme solari, l’importanza. Grazie alle campagne di prevenzione contro il cancro alla pelle, finalmente sempre più persone utilizzano creme solari che ci proteggono dai raggi solari che potrebbero provocare lo sviluppo di tumori. Consapevoli di questo utilizzo, gli esperti della Food and Drugs Administration americana hanno deciso di studiare più a fondo il comportamento delle sostanze chimiche responsabili della protezione solare per comprendere se e in quali quantità riescano a raggiungere il nostro sangue.
Sostanze chimiche nel sangue. Gli scienziati spiegano di aver valutato l’assorbimento sistemico di ingredienti attivi presenti nelle creme solari, e cioè il passaggio dalla pelle al corpo, in condizioni di uso abbondante. Le creme solari sono pensate per agire sulla superficie della pelle, però alcuni scienziati hanno ipotizzato che alcune sostanze potessero essere assorbite in grandi quantità. Per comprendere meglio la possibilità di questo passaggio, i ricercatori hanno testato quattro sostanze, avobenzone, ossibenzone, ecamsule e octocrylene, e sono giunti alla conclusione che quella che sembrava un’ipotesi, è in realtà una certezza: gli ingredienti passano dalla pelle al sangue. Nello specifico, le concentrazioni sono risultate 40 volte superiori rispetto ai limiti attualmente imposti.
Quali sono i rischi. Va detto innanzitutto, come spiegano dalla FDA, che l’assorbimento di queste sostanze non è attualmente da considerarsi pericoloso, ciò che si sta cercando di capire è se esistano, e quali siano, quantità limite oltre le quali questo passaggio possa non essere sicuro, ad esempio considerando l’utilizzo ripetuto di creme solari d’estate. Quanto realizzato dalla FDA è dunque uno studio standard utile alla valutazione delle sostanze da immettere sul mercato e, i risultati ottenuti adesso, permetteranno di comprendere le quantità limite e i potenziali rischi, ad esempio su bambini e donne in gravidanza.