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Covid-19 negli Usa, a dicembre l’inizio del contagio: “A Seattle migliaia di casi prima del 9 marzo”

Secondo le stime dei ricercatori dell’Università del Texas, l’epidemia di Seattle ha avuto origine tra il 25 dicembre e il 15 gennaio e, quando in Italia scattava il lockdown, nella più grande città dello Stato di Washington potrebbero esserci stati oltre 15mila casi di Covid-19 non rilevati.
A cura di Valeria Aiello
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Quando in Italia il lockdown veniva esteso a tutto il territorio nazionale, l’epidemia di coronavirus scoppiata in seguito alla segnalazione del 31 dicembre 2019 a Wuhan, in Cina, di quella che in principio era ancora una misteriosa polmonite virale , si era espansa praticamente in tutto il mondo, Stati Uniti compresi.

Covid-19 negli Usa, a dicembre l’inizio del contagio

Negli Usa il primo caso di Covid-19 accertato risale allo scorso 21 gennaio, quando un uomo residente nell’area metropolitana di Seattle, nello stato di Washington, tornato il 15 gennaio da un viaggio a Wuhan, era risultato positivo al tampone per il coronavirus. Tuttavia, all’epoca, il rischio di dover fare i conti con il Covid-19 non fu preso sul serio dalle Autorità statunitensi che oggi, con oltre 5 milioni di contagi e 167mila morti, si trovano davanti a una pandemia fuori controllo in gran parte del Paese.

Secondo un nuovo studio condotto dall’Università del Texas, la catena di contagio negli Usa si sarebbe innescata molto prima del paziente zero, sebbene nessun caso di Covid-19 fosse stato confermato. Nelle settimane precedenti il virus si sarebbe diffuso confondendo i suoi sintomi con quelli dell’influenza stagionale e, quando il 9 marzo in Italia scattava il blocco nazionale, potrebbero esserci stati oltre 15mila casi di Covid-19 nella sola città di Seattle.

È quanto emerge dalle stime, pubblicate sulla rivista EClinicalMedicine del gruppo The Lancet, che si basano sul numero di casi di Covid-19 confermati e quelli di influenza stagionale, il cui rapporto è stato confrontato con le statistiche sulla prevalenza dell’influenza derivate dai dati di sorveglianza nazionale: l’elaborazione dei risultati di questa prima analisi, combinati con gli indici di diffusione del contagio di Wuhan e Seattle, hanno suggerito il numero di casi nel periodo pre-Covid-19 nelle due città. I dati finali per la provincia dell’Hubei indicano un totale compreso tra i 12.939 e 22.939 casi di adulti infetti al 23 gennaio, quando il numero di casi confermati era invece di 422.

Nell’area di Seattle – scrivono i ricercatori – stimiamo in modo simile il rapporto tra Covid-19 con sintomi e infezioni dovute a virus influenzali nel periodo compreso tra il 24 febbraio e il 9 marzo: sulla base di questi dati e la concomitante prevalenza di influenza stagionale a Seattle, calcoliamo che in questo arco temporale ci siano state 6.748 infezioni sintomatiche da coronavirus in bambini e ragazzi sotto i 18 anni e 4.367 casi negli adulti.

Se assumiamo che il 50% delle infezioni sia asintomatico, calcoliamo che all'epoca potessero esserci stati oltre 15mila casi di Covid-19 non rilevati”.

Lo studio ha inoltre permesso di risalire a quando la catena del contagio si è innescata. “Stimiamo – aggiungono i ricercatori – che i primi casi di Wuhan siano emersi intorno al 17 novembre (26 ottobre-3 dicembre) oppure il 2 dicembre 2019 (20 novembre-13 dicembre 2019)”. Riguardo invece l’area di Seattle, “riteniamo che l’epidemia abbia avuto origine da casi arrivati intorno al 6 gennaio (25 dicembre-15 gennaio)”.

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