La corsa alle mascherine è diventata una delle immagini più associate alla diffusione del nuovo coronavirus nel mondo. Anche se il loro utilizzo è consigliato solamente a chi risulta positivo al tampone e agli operatori sanitari impegnati nel trattamento dei casi accertati, la paura degli ultimi giorni ha spinto molti ad accaparrarsi le mascherine chirurgiche e ad usarle per ogni spostamento quotidiano, una pratica che, se associata all'utilizzo da parte delle migliaia di medici impegnati nella lotta al virus, ha portato a un'enorme quantità di mascherine buttate. Queste protezioni, infatti, sono monouso e vanno gettate ogni 4/5 ore.
Ma c'è un problema: l'accumulo delle mascherine usate rischia di creare ulteriori problematiche per l'ambiente a causa dei suoi componenti: polipropilene, un materiale plastico che non è facilmente biodegradabile e può causare danni all'ambiente, soprattutto a quello marino. Diversi gruppi hanno denunciato questa possibile crisi, che nel corso dei prossimi mesi potrebbe aggravarsi ulteriormente con il proseguimento della situazione di pandemia e, di conseguenza, con l'utilizzo costante delle mascherine anche da parte di chi potrebbe non indossarle, come la maggior parte delle persone sane.
"Abbiamo visto la diffusione delle mascherine per sole 6/8 settimane, ma in volume massiccio" ha spiegato Gary Stokes, fondatore di Oceans Asia, un'organizzazione impegnata nella salvaguardia del mare. "Stiamo già osservando gli effetti sull'ambiente". Stokes ha spiegato che su una spiaggia di 100 metri delle Soko Islands, vicino a Hong Kong, sono state rinvenute 70 maschere, più altre 30 la settimana successiva. L'utilizzo costante di plastiche a singolo utilizzo, tra le quali ricadono appunto anche le mascherine, rappresenta uno dei più grandi problemi per l'inquinamento nel mondo, soprattutto per quanto riguarda quello marino. Un problema che rischia di diventare ancora più serio se non si seguiranno le indicazioni in merito alle mascherine: usarle solo se si contrae il virus o se si lavora negli ospedali a contatto con casi accertati. Per tutti gli altri valgono le regole generali: distanza di sicurezza, pulizia delle mani e uso del gomito quando bisogna starnutire o tossire.