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Cos’è l’infezione da virus Marburg che ha ucciso il primo uomo in Africa occidentale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che il 2 agosto è deceduto in Guinea un uomo contagiato dal virus di Marburg. È il primo decesso causato dal patogeno in Africa occidentale. Il virus è responsabile di una febbre emorragica ad altissima letalità analoga a quella dell’infezione da virus Ebola.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Organizzazione Mondiale della Sanità
Credit: Organizzazione Mondiale della Sanità

Un uomo della Guinea ha perso la vita dopo essere stato infettato dal virus di Marburg, un patogeno che, come specificato dai Manuali MSD per operatori sanitari, è responsabile di una grave febbre emorragica ad altissima letalità, analoga a quella provocata dal virus Ebola. Si tratta del primo caso in assoluto registrato sia nel Paese – che recentemente era proprio uscito da un'epidemia di Ebola – che in tutta l'Africa Occidentale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha attivato i protocolli necessari per prevenire il diffondersi di eventuali focolai, rintracciando i contatti dell'uomo e sottoponendo numerose persone a isolamento e trattamento profilattico.

Tutto ha avuto inizio il 25 luglio scorso, quando l'uomo, proveniente da un villaggio della prefettura di Guéckédou, nella Guinea sudoccidentale, ha iniziato a sperimentare i primi sintomi del contagio: malessere generalizzato, forte mal di testa e febbre molto alta. Poco dopo il paziente ha iniziato a manifestare anche dolori addominali e sanguinamento dalle gengive (i primi segni emorragici possono svilupparsi entro una settimana dall'infezione, specificano gli esperti). L'uomo si è aggravato rapidamente ed è stato trasportato in una struttura sanitaria vicina al suo villaggio per gli accertamenti di rito; qui ha ricevuto un primo trattamento sintomatico a base di antibiotici, reidratazione e altri farmaci. È stato anche sottoposto a un test per la malaria, che ha dato responso negativo. Le sue condizioni si sono tuttavia ulteriormente aggravate e, come indicato dall'OMS, è deceduto il 2 agosto.

I suoi campioni biologici sono stati inviati in diversi laboratori africani, tra i quali il National Reference Laboratory di Conakry e l'Institut Pasteur Dakar, sito in Senegal. Le prime indicazioni dell'infezione da virus Marburg sono arrivate al 5 agosto e successivamente sono state confermate lunedì 9. Come indicato, sono stati avviati tutti i protocolli di sicurezza per evitare la diffusione del contagio, con l'invio di un team di esperti dell'OMS a supporto delle autorità sanitarie della Guinea. Poiché in questo Paese ci sono state diverse epidemie di Ebola (l'ultima conclusasi un paio di mesi fa) e il metodo di trasmissione delle due malattie è simile, ovvero entrando in contatto con i fluidi corporei di un paziente contagiato o con animali infetti portatori del virus, come i pipistrelli della frutta, sul campo sono già disponibili mezzi e procedure per contenere il focolaio.

I manuali MSD specificano che sia il virus Marburg che l'Ebola sono filovirus filamentosi (patogeni a RNA della famiglia Filoviridae) che provocano “malattie clinicamente simili, caratterizzate da febbri emorragiche e perdita capillare”. L'infezione da virus Ebola è considerata “leggermente più virulenta dell'infezione da virus Marburg”. Tra gli altri sintomi si registra anche una severa ipovolemia dovuta alla significativa perdita per diarrea e vomito. L'OMS spiega che il tasso di mortalità nelle precedenti epidemie di virus Marburg è variato dal 24 all'88 percento, in base a come sono state gestite e dal ceppo virale coinvolto. In passato sono state registrate 12 epidemie significative nell'Africa Meridionale e Orientale; come indicato, l'uomo deceduto in Guinea è il primo caso dell'Africa Occidentale.

Ad oggi non esistono farmaci specifici contro questo patogeno; come sottolineato dai Manuali MSD il trattamento dei pazienti prevede terapia di supporto; terapia farmacologica; manutenzione del volume del sangue e dell'equilibrio elettrolitico; sostituzione dei ridotti fattori della coagulazione; riduzione delle procedure invasive e trattamento dei sintomi, che comprende l'uso di analgesici. Il Remdesivir, il primo farmaco antivirale approvato contro il coronavirus SARS-CoV-2 negli Stati Uniti, in origine era stato sviluppato da Gilead Sciences proprio per combattere il virus Ebola e il virus Marburg.

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