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Cos’è la sottovariante AY.33 di Delta che può sfuggire a test rapidi e tamponi Covid

Potrebbe non essere rilevata dagli attuali test diagnostici per l’infezione da coronavirus, secondo quanto riferito dal Dipartimento sanitario di Belém, in Brasile, che ha avuto conferma dalla circolazione della subvariante dal sequenziamento genico di alcuni campioni.
A cura di Valeria Aiello
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Una nuova sottovariante di Delta, denominata AY.33, potrebbe non essere rilevata dagli attuali test rapidi e tamponi molecolari per stabilire l’infezione da coronavirus Sars-Cov-2. Lo ha reso noto il Dipartimento sanitario di Belém, nello stato del Parà, nel nord del Brasile, che ha avuto conferma della circolazione di questa subvariante dal sequenziamento genico di alcuni campioni che risultavano negativi ai test convenzionali.

Caratterizzata da un alto numero di mutazioni extra Spike, la sottovariante AY.33 potrebbe essere emersa tra aprile e maggio in Nord Africa, dove purtroppo c’è pochissima attività di sequenziamento. Già identificata in più di 25 Paesi, è stata rilevata per la prima volta in Giappone a metà giugno, in un viaggiatore proveniente dal Marocco. E il secondo caso è stato rilevato in Marocco a fine giugno. In Europa è diffusa in più Paesi che hanno uno stretto legame con il Marocco, come Belgio, Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Svizzera, e sebbene non abbia causato una nuova ondata di infezioni, necessita ancora di studi e ricerche sulla sua trasmissibilità.

Secondo quando riferito dalla segreteria del Dipartimento, la scoperta della sua diffusione in Brasile è stata fatta sequenziando 116 campioni presso il Laboratorio di genetica umana e medica dell’Università federale del Parà (UFPA) nel mese di settembre. I campioni appartenevano a pazienti con sintomi di Covid-19 che presentavano risultati negativi al tampone molecolare, pertanto sono stati analizzati mediante i test di genotipizzazione, che vengono utilizzati per rilevare le mutazioni. Nell’analisi è stato rilevato un caso di sottovariante AY.33 ma non sono stati forniti ulteriori dettagli sul caso, né informazioni sul paziente, sulla sua nazionalità o origine.

Il Dipartimento ha ribadito che chiunque presenti sintomi di Covid-19 dovrebbe mantenere l’isolamento sociale per 14 giorni. I ricercatori non hanno ancora stimato il vantaggio di crescita di questa sottovariante ma, rispetto a Delta, potrebbe essere del 10-40% più contagiosa rispetto alla sua progenitrice. Ad attirare l’attenzione dei ricercatori è però stato l’alto numero di mutazioni extra Spike presenti nel genoma del virus. “È un chiaro valore anomalo sull’attuale albero Delta – ha indicato il fisico e data scientist Cornelius Roemer dell’Università di Cambridge, che ha proposto di designare un lignaggio genitore per AY.33 – . Questo lignaggio contiene 4 mutazioni Spike, di cui due potrebbero servire a uno scopo funzionale”.

A livello della proteina Spike, la sottovariante AY.33 è definita dalla mutazione Q613H, una sostituzione che è già stata studiata nel contesto di altre varianti a causa della sua vicinanza alla mutazione D614G che lo scorso anno ha soppiantato il ceppo originario di Wuhan. Le altre mutazioni di Spike in aggiunta a quelle della variante Delta standard sono T29A, T250I e T299I. A detta dei ricercatori, più che la maggiore trasmissibilità, a guidare la sua diffusione in Europa potrebbero essere state più introduzioni in un periodo relativamente breve piuttosto che un aumento della performance virale.

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