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Cos’è il virus Nipah, come si trasmette e quali sono i sintomi della malattia

L’infezione virale, considerata tra le malattie di maggiore preoccupazione dall’OMS, può essere trasmessa dai pipistrelli o altri ospiti intermedi all’uomo, oppure direttamente da persona a persona. Molto più mortale del virus di Covid-19, ha un tasso di letalità compreso tra il 40% e il 75%.
A cura di Valeria Aiello
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Un altro pericoloso virus, il Nipah, preoccupa l’India e pone l’accento sulle minacce epidemiche che richiedono un’urgente risposta sanitaria. Segnalato per la prima volta nel 1998, durante un’epidemia avvenuta in Malesia che ha colpito anche Singapore, il virus si è aggiunto ai casi di Covid nello stato del Kerala, sulla costa tropicale del subcontinente asiatico, il più colpito dalla pandemia. Nell’ultima settimana un ragazzo di 12 anni è deceduto, contagiato dal virus Nipah, e altre venti persone delle quasi duecento che avevano avuto contatti con il dodicenne sono sotto osservazione. Almeno due, entrambi operatori sanitari, mostrano sintomi dell’infezione. È questa l’allerta sanitaria lanciata dal Dipartimento della Salute dello Stato indiano che, dopo i focolai già segnalati nel 2018 e nel 2019, registra un nuovo decesso legato all’infezione virale.

Cos’è il virus Nipah

Il virus Nipah (NiV) è un agente microbico a RNA che appartiene alla famiglia Paramyxoviridae, genere Henipavirus, in grado di causare una malattia zoonotica, cioè un’infezione che può essere trasmessa dagli animali all’uomo. Il virus circola normalmente tra i pipistrelli della frutta (genere Pteropus), che costituiscono il serbatoio naturale dell’agente microbico.

Come si trasmette

I pipistrelli possono tramettere il virus a ospiti intermedi, soprattutto ai maiali, e possono infettare gli uomini attraverso l’esposizione diretta alla loro saliva o agli escrementi, compresi cibi contaminati, in particolare frutti e prodotti a base di frutta, come il succo di palma da dattero crudo. Come detto, la trasmissione può verificarsi nei maiali, che sviluppano una malattia respiratoria e, a loro volta, possono trasmettere il virus all’uomo. Pertanto, gli allevatori di maiali e gli addetti ai mattatoi sono considerati particolarmente a rischio. È stata inoltre dimostrata la sieropositività nei gatti, nei cani e nei cavalli. La trasmissione da uomo a uomo avviene attraverso l’esposizione a liquidi corporei, osservata principalmente in ambito ospedaliero e tra coloro a stretto contatto con soggetti infettati.

Quali sono i sintomi della malattia

Dopo il contagio, il periodo di incubazione può variare dai 4 ai 20 giorni. Al termine di questa fase, i primi sintomi associati all’infezione sono febbre, malessere, cefalea, dolori muscolari, mal di gola, nausea e vomito, a volte associati a vertigini e disorientamento. Questi segni clinici possono evolvere in un’infezione respiratoria acuta, fino al coma in sole 24-48 ore. Nei casi più gravi, l’infezione può progredire in un’encefalite (infiammazione del cervello), una complicanza potenzialmente fatale. Uno studio sui pazienti che hanno contratto Nipah nell’epidemia scoppiata in Bangladesh tra il 2001 e il 2007 ha evidenziato che i soggetti che manifestano difficoltà respiratorie hanno maggiori probabilità di trasmettere il virus rispetto a coloro che non mostrano segni di malattia respiratoria.

I rischi di Nipah

Il tasso di mortalità associato all’infezione da virus Nipah è stimato tra il 40% e il 75%, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che classifica la malattia tra quelle di maggiore preoccupazione per il futuro. In confronto, il virus di Covid-19 ha un tasso di mortalità del 2%. Ad oggi, la malattia da virus Nipah è endemica nel sud Sud- asiatico, dove sono stati descritti focolai epidemici sporadici in Malesia, a Singapore, in India e Bangladesh, e un virus simile, chiamato Hendra, è stato segnalato in Australia. A livello mondiale sono stati descritti meno di 20 casi. L’età avanzata, il diabete e i sintomi neurologici determinano una prognosi sfavorevole.

Distribuzione globale dei casi di Nipah / OMS
Distribuzione globale dei casi di Nipah / OMS

Diagnosi e cura

La malattia da virus Nipah è difficilmente distinguibile dalle altre malattie febbrili, almeno nella fase di esordio, richiede esami molecolari (PCR) tramite tamponi faringei, campioni di liquido cerebrospinale, analisi delle urine e del sangue per la diagnosi. Possono anche essere effettuati test sierologici per il rilevamento degli anticorpi dopo la guarigione.

Nonostante sia un virus identificato alla fine degli Anni ’90, ad oggi non esistono antivirali o un trattamento specifico per la malattia. L’unica terapia disponibile è sintomatica, ovvero mirata alla gestione dei segni clinici della malattia. Farmaci come la ribavirina, l’anticorpo monoclonale m102.4 e il favipiravir sono in fase di studio. La ribavirina, in particolare, è stata testata su un piccolo numero di persone ma la sua efficacia non è ancora stata stabilità. Allo studio anche un candidato vaccino, che sfrutta la tecnologia a mRNA ed attualmente è in fase di sviluppo preclinico.

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