Cosa sappiamo della variante AY.3, la mutazione di Delta che fa tremare anche Israele
La variante Delta del coronavirus non smette di fare paura. La versione mutata del coronavirus diventata il ceppo dominante a livello globale è ormai talmente diffusa da aver dato origine a diverse sotto-varianti, denominate “Delta plus”, tra cui la AY.3, una delle 13 distinte discendenti (da AY.1 a AY.12, più l’ultima isolata, AY.3.1) della seconda linea della variante emersa in India nell’ottobre 2020 e nota anche come B.1.617.2.3.
Dopo gli Stati Uniti, dove rappresenta circa il 12% di tutti i casi di infezione e, insieme ad altre due varianti “Delta plus” AY.1 e AY.2, è stata inclusa nell’elenco delle varianti di preoccupazione (VOC, variant of concern), la versione AY.3 fa tremare anche Israele – attualmente in piena fase terza dose con oltre 1,5 milioni di abitanti che hanno ricevuto ulteriore richiamo. Secondo un rapporto dell’Indian Council of Medical Research, le varianti “Delta plus” sono potenzialmente più capaci di sfuggire alla risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione o da precedenti infezioni di altre versioni virali, poiché presentano un’ulteriore mutazione nella proteina Spike che il virus utilizza per legare e infettare le cellule, riscontrata anche nelle varianti Beta (B.1.351, ex sudafricana) e Gamma (P.1, ex Manaus).
Secondo quanto riportato al quotidiano israeliano Haaretz da Tom Hertz, capo del Dipartimento di microbiologia, immunologia e generica dell’Università Ben Gurion del Negev, la variante Delta sta mostrando di creare più problemi di quanti immaginasse: “Stiamo identificando nuove versioni della variante Delta che presentano nuove mutazioni familiari rispetto alle varianti precedenti. Ciò che consente di diffondersi in questo modo è una combinazione di attenuazione del vaccino nel tempo e tratti che consentono alla variante di eludere alcuni degli anticorpi”.
Lo stesso quotidiano riferisce, a proposito della variante AY.3, che “Asher Shalmon, il capo della Divisione per le relazioni internazionali del Ministero della Salute, questa settimana ha detto al Comitato Legale della Knesset che questa variante è stata individuata in 10 casi in Israele che hanno avuto origine negli Stati Uniti”. Shalmon è preoccupato: “Sembra molto, molto virulenta, con un alto tasso di contagio, e sembra che stia sviluppando una relativa resistenza al vaccino. Se questa variante arriva in Israele, potrebbe essere un punto di svolta e spingerci verso il blocco, stiamo quindi cercando di evitarla in ogni modo”.
Timore anche nel Regno Unito dove le infezioni da AY.3 sembra stiano aumentando. La professoressa Christina Pagel dell’University College di Londra e Direttrice dell’Unità di ricerca operativa clinica dell’ateneo londinese, ha affermato che sembra “potenzialmente preoccupante” che l’AY.3 stia crescendo nel Paese. Citando poi i dati sulla diffusione della variante Delta del Sanger Institute di Hinxton, un istituto britannico di ricerca di genetica e genomica, Pagel che ha indicato che la variante Delta “si sta leggermente ritirando”, attribuendo il leggero calo dei casi al “rapido aumento” di AY.3.
Tre regioni dell’Inghilterra, in particolare, lo Yorkshire e l’Humber, le East Midlands, hanno registrato un marcato aumento di circa il 3% dei casi di AY.3. “Ci sono molte cose che non sappiamo su questa sotto-variante – ha scritto su Pagel su Twitter – Potrebbe essere più trasmissibile di Delta oppure essere più immuno-evasiva. O la sua recente crescita potrebbe essere solo un caso o un campionamento. Ma è qualcosa che abbiamo già visto, quindi dovremmo iniziare a pianificare cosa fare e saperne di più su AY.3”.