100 CONDIVISIONI

Cosa dice lo studio citato dall’esperto Usa sul Coronavirus nell’aria

Il prof. Fineberg: “Ci sono ricerche che indicano la possibilità che le persone possano diffondere il Sars-Cov-2 anche solo parlando ma solo ulteriori indagini forniranno una comprensione più completa del rischio”.
A cura di Valeria Aiello
100 CONDIVISIONI
Immagine

Le ricerche attualmente disponibili sul Coronavirus (qui le ultime notizie e gli aggiornamenti in tempo reale sulla situazione in Italia e nel mondo) indicano che il Sars-CoV-2 “può diffondersi attraverso le conversazioni, oltre che con il droplet (le goccioline di saliva) di tosse e starnuti”. Una possibilità che sta dividendo la comunità scientifica e su cui è intervenuto anche Harvey Fineberg, uno dei più noti ricercatori statunitensi in politica sanitaria e decisioni mediche nonché Presidente dello Standing Committee on Emerging Infectious Diseases and 21st Century Health Threats degli Stati Uniti, la Commissione di esperti che negli Usa informa il Governo federale sulle questioni scientifiche e politiche legate alle malattie infettive emergenti e i rischi per la salute.

Cosa dice l'esperto Usa sul Coronavirus nell'aria

Le osservazioni per cui nell’aria sono state ritrovate tracce di materiale genetico del virus, cioè il suo Rna, “potrebbero non indicare la presenza di quantità sufficienti a trasmettere l’infezione” si legge nella lettera[1] con cui prof. Fineberg ha voluto chiarire alcuni aspetti legati alle osservazioni dei più recenti studi[2-6]. In particolare, in quelli che utilizzano “il metodo della PCR per rilevare la presenza di Rna virale” come l’ultima ricerca[2] condotta dal Medical Center dell’Università del Nebraska che ha mostrato la presenza diffusa di Rna virale nelle stanze di isolamento dove sono ricoverati i pazienti con Covid-19. “Mentre lo studio indica che le particelle virali possono essere diffuse tramite bioaerosol – prosegue il prof. Fineberg – gli autori hanno dichiarato che l’identificazione della carica virale si è dimostrata una pratica elusiva, per cui sono in corso ulteriori esperimenti per determinare l’attività virale”.

La rassegna tocca anche lo studio[4] dell’Università di Hong Kong pubblicato su Nature Research e non ancora sottoposto a peer review sui campioni di aria contenenti droplet e aerosol di bambini e adulti con malattie respiratorie acute con e senza l’uso di mascherine chirurgiche. “I ricercatori hanno trovato Coronavirus umani diversi da Sars-Cov-2, cioè virus dell’influenza e rinovirus, sia negli aerosol e sia nelle goccioline, ma che le mascherine chirurgiche avevano ridotto l’identificazione di materiale genetico del virus solo nelle goccioline respiratorie e non negli aerosol, suggerendo che le maschere chirurgiche potrebbero ridurre la trasmissione di infezioni da coronavirus e influenza se indossate da individui infetti e in grado di trasmettere il virus”.

Un altro studio[5] sul Sars-Cov-2 ha sollevato preoccupazioni circa la sua trasmissione tramite i vapori di evaporazione di goccioline da superfici contaminate in due ospedali di Wuhan, in Cina, l’epicentro dell’epidemia di Coronavirus. “Dai campioni raccolti nei luoghi di cura dei pazienti – scrive sempre Fineberg – la più alta concentrazione di virus è stata riscontrata nelle aree con servizi igienici, e concentrazioni più elevate sono state identificate nei locali adibiti alla rimozione dei dispositivi di protezione del personale, concludendo che una fonte diretta di Sars-Cov-2 possa essere un aerosol carico di virus sospeso durante le operazione di svestizione, dalla pulizia dei pavimenti o dal movimento del personale”.

In tal senso, secondo il prof. Fineberg, sono necessarie “ulteriori ricerche specifiche sulla possibilità che il Sars-Cov-2 si trasmetta con gli aerosol generati durante la respirazione e la conversazione e sul comportamento di Sars-Cov-2 contenuto negli aerosol nell’ambiente, sia attraverso studi di laboratorio, sia basati sull’esperienza clinica”. Ricerche sugli aerosol di Coronavirus fornirebbero “una comprensione più completa del livello di rischio di trasmissione del Sars-Cov-2 tramite espirazione e parlando”.

[1] Fineberg HV, Rapid Expert Consultation on the Possibility of Bioaerosol Spread of SARS-CoV-2 for the COVID-19 Pandemic. National Academies of Science, Engineering and Medicine 2020.
[2]Santarpia et al. Transmission potential of SARS-CoV-2 in viral shedding observed at the University of Nebraska Medical Center. MedRxiv 2020.
[3] Yu, et al. Evidence of airborne transmission of the severe acute respiratory syndrome virus. NJEM 2004
[4] Leung, et al. Respiratory virus shedding in exhaled breath and efficacy of face masks. Under review. Nature Research 2020.
[5] Liu, et al. Aerodynamic characteristics and RNA concentration of SARS-CoV-2 aerosol in Wuhan hospitals during COVID-19 outbreak. BioRxiv 2020.
[6] Edwards D, et al. Inhaling to mitigate exhaled bioaerosols. PNAS 2004.; 101 (50) 17383-8.

100 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views