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Covid 19

Cosa cambia nell’efficacia dei vaccini Covid con la variante inglese del coronavirus

C’è preoccupazione sulla possibilità che i vaccini disponibili o in arrivo risultino inefficaci contro la variante di Sars-Cov-2. Al momento non sappiamo ancora se la risposta al vaccino sarà sufficiente o meno a contrastare questa nuova variante, ma alcuni esperimenti di laboratorio indicano che la variante mutata ha una ridotta sensibilità al plasma iperimmune.
A cura di Valeria Aiello
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C’è preoccupazione sulla possibilità che i vaccini Covid possano non funzionare contro la variante mutata del coronavirus. Il ceppo di Sars-Cov-2, denominato VUI-202012/01 o lineage B.1.1.7 è stato identificato per la prima volta a metà settembre in Inghilterra, a Londra e nel Kent, la contea a Sud-Est della capitale. In queste aree, da minoritario, è cresciuto rapidamente nelle ultime quattro settimane e da allora è stato identificato in altre regioni del Regno Unito, indicando un’ulteriore diffusione.

La nuova variante del coronavirus

Tra gli aspetti che lo distinguono dalle altre varianti finora identificate, alcune sono degne di nota per ragioni epidemiologiche e biologiche, come indicato dal Covid-19 Genomics Consortium UK (CoG-UK), l’organizzazione britannica che comprende le maggiori università del Paese che per la prima volta ha descritto questa nuova variante. Nel dettaglio, la nuova variante presenta diciassette diverse mutazioni, di cui otto a livello della proteina Spike che il virus utilizza per legare il recettore ACE2 sulle cellule umane. Una di queste, N501Y, sequenziata per la prima volta in Brasile nell’aprile 2020, ha dimostrato di aumentare l’affinità di legame del virus al recettore ACE2, mentre altre due, sempre a livello della proteina Spike, una delezione (69-70del) e una sostituzione dell’amminoacido nella posizione 796 (D796H), hanno dato prova di svolgere un ruolo nella capacità del virus di sfuggire al sistema immunitario. Cambiamenti potenzialmente preoccupanti perché i principali vaccini contro Covid-19 disponibili o in arrivo inducono la produzione di anticorpi diretti contro la proteina Spike.

La variante mutata del coronavirus potrebbe dunque eludere la risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione? Al momento non lo sappiamo. Da un lato, a rassicurarci su questo aspetto è il fatto che i vaccini stimolano un’ampia risposta anticorpale nei confronti dell’intera proteina Spike, per cui si potrebbe prevedere che l’efficacia del vaccino non sarà significativamente ostacolata dalle mutazioni. D’altra parte, esperimenti di laboratorio con la nuova variante di Sars-Cov-2 hanno indicato che il virus mutato ha una ridotta sensibilità al plasma iperimmune rispetto al virus non mutato.

Non può quindi essere completamente escluso che anche i vaccini Covid risultino inefficaci contro il nuovo ceppo di Sars-Cov-2, così come avviene per i virus influenzali, per cui ogni anno è necessario modificare il vaccino per rispecchiare le varianti in circolazione. In ogni caso, al momento, non sappiamo ancora se sarà questo il caso e, in tal senso, diversi team di ricerca hanno iniziato a verificare se i principali vaccini Covid sono realmente efficaci sulla nuova variante. Tra questi, gli scienziati del Walter Reed Army Institute of Research degli Stati Uniti che nei prossimi giorni contano di verificare se la risposta al vaccino sarà sufficiente a contrastare questo virus. Se le indagini preliminari attraverso gli algoritmi indicheranno che c’è una preoccupazione, gli studi verranno condotti in laboratorio e sugli animali per determinare in modo più definitivo l’efficacia della vaccinazione sulla variante.

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