Cos’è il fumo di ‘terza mano’ che aumenta il rischio cancro ai polmoni e fa ingrassare

Il fumo di ‘terza mano', quello cioè che respiriamo perché si è depositato sui vestiti (ad esempio), è molto più pericoloso di quanto possiamo immaginare: ha effetti negativi sul nostro peso e sullo sviluppo delle cellule. La conferma arriva dai ricercatori del Department of Energy's Lawrence Berkeley National Laboratory che hanno effettuato alcuni esperimenti sui topi.
Fumo di ‘terza mano', cos'è. Quando parliamo di fumo di ‘terza mano', ci riferiamo ai residui di tabacco che possiamo trovare sui vestiti e sulle superfici dei mobili nella stanza in cui fumiamo e che, uniti all'ozono e all'acido nitroso dell'aria, possono creare aerosol organici ultrafini e cancerogeni che possono raggiungere il nostro corpo, per contatto ad esempio, portando a effetti biologici sul peso e sullo sviluppo delle cellule che possono risultare dannosi per la salute.
Lo studio sui topi. Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno effettuato alcuni esperimenti sui topi. Nello specifico, gli scienziati hanno lasciato un pezzo di stoffa contaminato con il fumo in gabbie singole con topi di diverse età: neonati e giovani adulti, quindi nati da circa 3 e 15 settimane. I risultati ottenuti, messi a confronto con quelli riguardanti un gruppo di controllo, hanno dimostrato che:
- i neonati esposti al fumo di ‘terza mano' mostravano un livello maggiore di eosinofili, globuli bianchi che intervengono in caso di allergie
- le femmine mostravano livelli più alti di neutrofili (altri globuli bianchi)
- gli adulti maschi mostravano livelli più alti di basofili (altri globuli bianchi)
- tutti i topi mostravano livelli più alti di linfociti B (cellule del sistema immunitario)
Tutte queste tipologie di globuli bianchi sono associati con infiammazioni e reazioni allergiche
Aumento di peso. Tra le anomalie riscontrate in seguito all'esposizione a fumo di ‘terza mano', i ricercatori sottolineano l'aumento di peso, in particolare per i topi neonati. Un aumento temporaneo, ma comunque da prendere in considerazione.
A rischio i bambini. “Sospettiamo che i più vulnerabili siano i giovani a causa del loro sistema immunitario immaturo, ma non abbiamo sufficienti prove” spiegano i ricercatori. Il rischio maggiore sarebbe dovuto anche al fatto che i più piccoli entrano più facilmente in contatto con le superfici contaminate che potrebbero essere dannose.