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Covid 19

Coronavirus in Italia, l’esperto: “Ricoveri e mortalità viaggiano più velocemente che in Francia”

Il dott. Riccardo Spezia, Direttore di Ricerca del CNRS (Francia) a Fanpage.it: “I numeri degli ultimi 20-30 giorni ci dicono che in Italia la mortalità raddoppia ogni settimana contro le due della Francia. Ancora più preoccupante è la velocità con cui si riempiono gli ospedali e i tempi di raddoppio delle terapie intensive”.
Intervista a Dott. Riccardo Spezia
Direttore di Ricerca del CNRS (Francia)
A cura di Valeria Aiello
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Ci sono ancora un po’ di fluttuazioni, perché i numeri non sono fortunatamente così grandi, ma in Italia i ricoveri e la mortalità viaggiano più velocemente che in Francia”. A fare il punto sulla pandemia è il dott. Riccardo Spezia del Laboratorio di Chimica Teorica dell’Università Sorbona di Parigi e Direttore di Ricerca del CNRS, il Centro Nazionale di Ricerca Scientifica in Francia, che con Fanpage.it ha messo a confronto la seconda ondata italiana con quella europea e, in particolare, con quella affrontata Oltralpe, dove dall’inizio di settembre si contano oltre 6mila vittime di Covid-19.

Qual è la situazione e cosa c’è di diverso rispetto a questa primavera?

Rispetto alla prima ondata, tutto cresce un po’ più lentamente. Mi riferisco ai ricoveri, alle terapie intensive e ai decessi ma, anche se i tempi di raddoppio di questi indicatori sono più lenti, siamo nuovamente in una fase critica, soprattutto se pensiamo che questa volta la situazione non è concentrata solo in alcune Regioni ma è diffusa anche in quelle aree del Paese dove ci sono meno capacità ospedaliere.

Cosa ci dicono i dati?

Analizzando i numeri degli ultimi 20-30 giorni, vediamo che i decessi raddoppiano ogni settimana. Le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva invece ogni dieci. In Francia, il raddoppio della mortalità è un po' più lento, si aggira intorno alle due settimane, anche se i dati francesi prendono in considerazione solo le persone decedute in ospedale e nelle case di riposto, mentre coloro che muoiono in casa vengono inseriti successivamente nel conteggio totale.

Piuttosto, è preoccupante la velocità con cui si riempiono gli ospedali, perché in Italia il numero di ricoveri raddoppia ogni 10 giorni mentre in Francia ogni due settimane. Se guardiamo invece le terapie intensive, il tempo di raddoppio in Italia è sempre di 10 giorni mentre in Francia è più lento delle ospedalizzazioni, circa 18 giorni. Ciò non toglie che la situazione sia comunque drammatica, considerando che ci sono province dove le terapie intensive sono con l’acqua alla gola e per realizzare posti letto Covid è stato utilizzato praticamente ogni spazio, anche le sale operatorie.

Ospedalizzazioni in Francia e in Italia. Per l'Italia il tempo di raddoppio è di 10.1+/-0.1 giorni, per la Francia di 13.9+/-0.4
Ospedalizzazioni in Francia e in Italia. Per l'Italia il tempo di raddoppio è di 10.1+/-0.1 giorni, per la Francia di 13.9+/-0.4
Terapie intensive: in Francia il tempo di raddoppio è di 17.9+/-0.5 giorni, in Italia di 9.6+/-0.1 giorni.
Terapie intensive: in Francia il tempo di raddoppio è di 17.9+/-0.5 giorni, in Italia di 9.6+/-0.1 giorni.

L’Italia, rispetto a Paesi come la Francia ma anche la Spagna, sembrava procedere più lentamente, un ritardo probabilmente dovuto al fatto che le attività sono riprese nel pieno verso metà settembre, rispetto ad esempio alla Francia dove sono ripartite all’inizio di settembre. C’erano due settimane di differenza che purtroppo adesso sono state recuperate.

Cosa ci ha fatto perdere questo vantaggio?

Questo “recupero” può dipendere da tanti fattori ed è lapalissiano dire che il numero di contagi aumenti con il numero di contatti, dal momento che il virus si trasmette tra le persone. Non abbiamo però una risposta su come sia accaduto, dal momento che si ha una conoscenza della catena dei contagi di neanche il 20%, il che vuol dire che l’80% delle infezioni non si sa come sia avvenuto.

Più che altro credo che in Italia si sia avuta una distorsione della consapevolezza della situazione perché sono stati fatti meno tamponi e probabilmente non si pensava di essere in uno scenario come quello che vediamo invece in Francia, dove si eseguono più di 1 milione di test a settimana. Ritengo che questo abbia portato ad avere un’idea diversa da quella che era la realtà, con l’impressione di andare in una direzione che non era quella effettiva. Quando poi i contagiati sono diventati casi gravi, la popolazione ha visto direttamente cosa stava accadendo. Ma quando questo accade è quasi impossibile dire quale sia stata la causa scatenante.

A cosa può portarci questo andamento?

Andare più velocemente di altre realtà può portarci semplicemente alla situazione che vediamo in altri Paesi, questo è evidente. In questi termini le misure restrittive andrebbero prese quando ancora non c’è la consapevolezza che siano necessarie perché, nel momento in cui sembrano adeguate a una certa situazione, alla fine risultano essere già troppo in ritardo.

D’altra parte chi deve prendere queste decisioni non sa davvero quale sia la loro efficacia perché in questo contesto, nessuno sa davvero cosa fermi o meno la diffusione del contagio, se non il bloccare tutti in casa. D’altro canto è chiaro che misure come il lockdown totale non possano durare due anni…

Questa diversità dell'Italia può dipendere dall’età media della popolazione più elevata?

In realtà, le differenze in termini di età media sono abbastanza minime tra Italia e Francia, e sono praticamente nulle nel confronto con la Germania. La differenza vista nella prima ondata è che in Italia ma anche in Spagna le persone più anziane vivono spesso con quelle più giovani. Questo aumenta la probabilità che vengano a contatto con portatori magari asintomatici del virus, andando quindi a determinare questa diversità.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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