Come visitare mostre e musei in sicurezza
L’arte ha riaperto i battenti come mai visto prima. Mascherine obbligatorie, distanze interpersonali, accessi contingentati previa prenotazione e termoscanner all’ingresso sono parte delle misure di sicurezza di cui si deve tenere conto. La ripartenza è disciplinata dal DPCM del 17 maggio 2020 e dalle Ordinanze disposte dalle diverse Regioni nel rispetto di quanto previsto dalle Linee guida elaborate sulle indicazioni del Comitato Scientifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’apertura è permessa solo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza disposte per dipendenti, visitatori e per gli ambienti, pertanto non tutte le mostre, i musei e i siti archeologi hanno ripreso la propria attività di apertura al pubblico o, al contrario, è possibile che non tutti gli spazi siano interamente fruibili. A subire variazioni anche le modalità di accesso, di cui i visitatori devono informarsi direttamente tramite i singoli canali di ciascun luogo della cultura.
Ingressi contingentati
La riapertura di mostre, musei e siti archeologici è quindi differenziata rispetto alla tipologia (siti all’aperto, al chiuso o ibridi), alle dimensioni del sito stesso e al flusso di visitatori. Per i siti a più alta affluenza, si applicano differenti misure di contenimento del contagio, a partire dalla gestione degli ingressi. Le visite sono dunque contingentate per numerosità e fasce orarie. “Abbiamo costituito delle fasce di mezz’ora per ogni mostra e in ogni fascia oraria può entrare un certo numero di visitatori” ci spiega Domenico Piraina, il direttore dei Musei scientifici e di Palazzo Reale a Milano che dopo due mesi e mezzo di lockdown ha ripreso le attività espositive da una quindicina di giorni. “Essendoci sale di diversa grandezza, i nostri addetti alla vigilanza possono così controllare che per ciascuna sala non si superi il numero massimo di persone previsto, con un intervento molto attivo sia sulla capienza generale della mostra sia di ogni sala”.
Obbligo di mascherine
Imprescindibile, l’obbligo di indossare la mascherina, anche di comunità, durante l’intera visita. I visitatori devono portarla sempre, coprendo completamente naso e bocca, così come il personale che deve indossare mascherine chirurgiche a protezione delle vie respiratorie quando opera negli spazi condivisi e/o a contatto con il pubblico, e comunque quando non è possibile garantire la distanza interpersonale di almeno 1 metro.
Igiene e sanificazione di ambienti e superfici
In più punti di musei, mostre e siti archeologici sono a disposizione dei visitatori gel idro-alcolici per l’igiene delle mani. Prevista, inoltre, la frequente e adeguata pulizia e disinfezione degli ambienti e delle superfici, con particolare attenzione a quelle toccate più spesso come corrimano, maniglie e interruttori, così come dei servizi igienici che sono regolamentati in maniera tale da prevedere sempre il distanziamento sociale, nel caso ad esempio di lavandini contigui. Quando opportuno, predisposti percorsi, anche con segnaletica sul pavimento, per favorire la distanza interpersonale e la separazione tra ingressi e uscite.
Dove possibile, le aree di contatto tra personale e visitatori possono essere delimitate da barriere fisiche adeguate a prevenire la trasmissione del coronavirus tramite droplet respiratori. Per favorire il ricambio di aria negli spazi al chiuso, per gli impianti di condizionamento, quando tecnicamente possibile, è esclusa la funzione di ricircolo dell’aria e, a impianto fermo, garantita la pulizia dei filtri affinché si mantenga un livello di filtrazione adeguato. Rafforzate, altrimenti, le misure per permettere il ricambio d’aria naturale.
Accesso solo su prenotazione e biglietteria online
L’ingresso a mostre, musei e siti archeologici è definito attraverso un programma di accessi pianificato, con prenotazione online o telefonica, che prevede un numero massimo di visitatori presenti e, come detto, la regolamentazione degli accessi in modo da evitare assembramenti. Per poter riaprire, ciascun luogo della cultura ha infatti redatto uno specifico piano di accesso (giorni di apertura, orari, numero massimo di visitatori e sistema di prenotazione) che deve essere adeguatamente esposto e comunque diffuso al pubblico attraverso i siti web, comunicati stampa e reti di canali social come materiale informativo e formativo, includendo tutte le misure di prevenzione che devono essere adottate durante la visita.
“Per i visitatori – prosegue Piraina – si tratta di un cambiamento piuttosto importante perché di solito le persone non erano tanto abituate a prenotare: prima del Covid notavamo che solamente il 20-30% prenotava la visita, invece adesso devono prenotarla tutti. Ma nonostante questo, la risposta è positiva”. La prenotazione obbligatoria e l’acquisto di biglietti online evitano infatti che alla biglietteria si creino condizioni di assembramento e aggregazione, ovviando inoltre al pagamento in contanti che, tra l’altro, può essere limitato anche negli spazi dediti ai servizi di ristoro e commerciali dedicati al merchandising, alla vendita di libri e altri gadget, quando riaperti. L’ingresso in questi spazi comuni è comunque contingentato in analogia alle regole generali, assicurando sempre la presenza al loro interno di un numero di persone limitato e proporzionale alla dimensione dei locali stessi.
Termoscanner all’ingresso
All’ingresso, tramite pistole a infrarossi o telecamere termiche, può essere prevista la misurazione della temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso questa superi i 37,5 ° C. “Per le mostre di Palazzo Reale a Milano ci siamo attenuti rigidamente alle linee guida governative e a quelle che sono state emanate dalla Regione Lombardia. Rileviamo la temperatura a tutti i visitatori che devono arrivare già dotati di mascherina. Abbiamo peraltro ridotto enormemente le capienze degli spazi per garantire il distanziamento fisico tra le persone e introdotto la prenotazione obbligatoria e il preacquisto del biglietto online proprio per evitare la biglietteria in loco e quindi che si formino file che, di questi tempi, sono un momento abbastanza pericoloso. I visitatori, insomma, possono stare tranquilli e, devo dire, apprezzano molto la serietà di questi comportamenti”.
Audioguide e materiali cartacei
Le istruzioni del Comitato Tecnico Scientifico per la riapertura dei musei e degli altri istituti o luoghi della cultura, non raccomandano, specialmente in questa fase, l’uso di autoguide che, qualora utilizzate, devono essere sanificate preventivamente e dopo l’impiego da parte di ogni singolo utente. In sostituzione dei materiali cartacei, invece, possono essere previste guide e materiali digitali. In ogni caso, i supporti informativi possono essere adottati solo se per questi è prevista l’adeguata disinfezione dopo ciascun utilizzo, favorendo l’uso di dispositivi personali per la fruizione delle informazioni. “Noi – riprende il direttore Piraina – abbiamo adottato due soluzioni: la prima prevede un percorso guidato attraverso un’audioguida che sanifichiamo ad ogni utilizzo, introducendo la possibilità per i visitatori di usare le proprie cuffie invece utilizzare quelle che mettiamo a disposizione. Questo è il caso della mostra sull’Egitto e Tutankhamon”.
“Per la mostra su George de La Tour – fa anche notare – abbiamo invece trasferito l’audioguida su un’app che è scaricabile direttamente sul cellulare, facendo così in modo che non ci sia neanche più il problema di dover prendere l’audioguida e poi sanificarla ad ogni utilizzo. Il visitatore scarica l’applicazione e la vede sul suo telefonino. E la cosa interessante è che la può salvare e tenere anche per anni. Oltre ad essere quindi un servizio in più, l’applicazione porta anche a un risparmio sui costi operativi per cui credo che per tutte le mostre che partiranno ad ottobre la faremo sempre, perché funziona molto bene”.