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Covid 19

Come funzionerà la terza dose del vaccino Pfizer in autunno: ecco lo studio

Al via la sperimentazione che valuta la terza dose del siero anti-Covid in concomitanza con l’anti-pneumococcico candidato Prevnar-20 in persone che hanno ricevuto la seconda dose da almeno sei mesi.
A cura di Valeria Aiello
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Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale a due dosi contro il coronavirus Sars-Cov-2 potrebbero aver bisogno di un’ulteriore dose di richiamo per rafforzare la protezione dalla malattia. Nei Paesi dove la campagna vaccinale è entrata a pieno regime in primavera, la terza dose potrebbe essere necessaria in autunno, ovvero dopo circa sei o otto mesi dalla seconda iniezione, secondo quanto indicato dai primi studi che mostrano un calo della risposta anticorpale dopo questo lasso di tempo.

Al via lo studio della terza dose di Pfizer

A testarla, nell’ambito di una nuova sperimentazione, è Pfizer che ha annunciato oggi le prime inoculazioni come parte di un trial su adulti di età pari o superiore ai 65 anni e volta a valutare la somministrazione del richiamo in concomitanza con l’anti-pneumococcico Prevnar-20 (20vPnC), un candidato vaccino per la prevenzione della polmonite causata dal batterio Streptococcus pneumoniae. Lo studio arruolerà 600 adulti che saranno reclutati tra i volontari della sperimentazione di fase 3 del vaccino già approvato e che hanno ricevuto la seconda dose da almeno sei mesi. I partecipanti saranno divisi in tre gruppi, di cui il primo riceverà l’anti-pneumococcico più una dose di richiamo del siero già approvato, il secondo il candidato vaccino anti-pneumococcico più placebo e il terzo il richiamo anti-Covid più placebo.

L’avvio della sperimentazione è stato annunciato attraverso una nota dalla stessa Pfizer, condivisa suoi social dal presidente e amministratore delegato dalla società farmaceutica Albert Bourla. “In considerazione della potenziale necessità di un richiamo del vaccino anti-Covid, stiamo valutando la co-somministrazione con il candidato Prevnar-20 – scrive Bourla su Twitter – . In caso di successo e approvazione, le persone potrebbero ottenere entrambi i vaccini in un’unica somministrazione”.

L’obiettivo principale dello studio sarà quello di esaminare “la sicurezza della co-somministrazione, con un follow-up di sei mesi dopo la vaccinazione – ha aggiunto Bourla – . Gli obiettivi secondari sono di descrivere le risposte immunitarie prodotte da ciascuno dei due sieri. Mentre rimaniamo concentrati sulla disponibilità dei vaccini anti-Covid per le persone di tutto il mondo il più rapidamente possibile, stiamo investendo nella nostra ricerca in modo da poter continuare a raggiungere il nostro obiettivo: scoperte che cambiano la vita dei pazienti”.

Il candidato Prevnar-20

Mentre per la protezione contro il coronavirus verrà quindi valutato quale sarà il livello di anticorpi che verrà raggiunto dalla somministrazione di una terza dose dell’attuale vaccino approvato, per la prevenzione dall’infezione da pneumococco sarà testato il nuovo siero Prevnar-20, sviluppato per difendere l’organismo da 20 tipi di pneumococco che possono causare le forme più gravi di infezione. Pfizer aveva già annunciato che la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha accettato per la review prioritaria una domanda di licenza biologica per questo preparato e che anche l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha accettato per la revisione la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio (MMA) del siero per gli adulti di età pari o superiore ai 18 anni.

Il candidato vaccino 20vPnC di Pfizer – precisa la società – include coniugati polisaccaridici capsulari per i 13 sierotipi di Prevnar 13 (il vaccino 13-valente pneumococcico) e sette sierotipi aggiuntivi che causano malattie da pneumococco che sono stati associati ad alti tassi di mortalità, resistenza agli antibiotici e/o meningite. Nel complesso, i 20 sierotipi inclusi sono responsabili della maggior parte delle malattie da pneumococco attualmente circolanti a livello globale”.

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