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Come funzionerà il passaporto sanitario digitale di immunità Covid

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e diverse agenzie internazionali hanno definito specifiche e standard di un certificato digitale di vaccinazione, indicando che potrebbe essere utilizzato prima per i viaggi internazionali ma anche richiesto in determinati contesti e all’interno di alcuni luoghi di lavoro.
A cura di Valeria Aiello
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Un patentino di immunità contro Sars-Cov-2 potrebbe essere presto richiesto da autorità pubbliche ed enti privati per permette un graduale ritorno agli spostamenti. In Europa se ne discuterà il prossimo 17 marzo, quando la Commissione presenterà una proposta legislativa, e anche in altre parti del mondo si sta esaminando la sua implementazione, inclusi i potenziali ostacoli e limiti della sua introduzione. Su questo fronte, pionieristica è l’iniziativa di Israele che, con più della metà della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ha deciso di sperimentare l’utilizzo del cosiddetto “green pass un certificato rilasciato tramite un’app dal Ministero della Salute che consente alle persone che hanno ricevuto due dosi (o che hanno superato l’infezione ma non possono ricevere il vaccino) di poter frequentare i luoghi di aggregazione.

Il passaporto digitale di immunità Covid

A esaminare come funzioneranno i passaporti di immunità anche il Canada, dove ci si attende che “possano essere introdotti a breve per i viaggi internazionali”. In un articolo pubblicato su CMAJ, il professor Kumanan Wilson, docente del Dipartimento di Medicina dell’Università di Ottawa e senior scientist del Clinical Epidemiology Program dell’Ottawa Hospital Research Institute, e Colleen Flood, professoressa dell’Università di Ottawa e direttrice del Center for Health Law, Policy and Ethics dello stesso ateneo, indicano che il Paese nordamericano “dovrà garantire l’allineamento” con gli standard globali per la sicurezza, l’autenticazione, la privacy e lo scambio di dati sviluppati dal WHO Smart Vaccination Certificate Group, l’iniziativa promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e diverse agenzie internazionali (UNICEF, GAVI, ITU e la DG SANTE della Commissione europea).

La definizione di tali standard, ha spiegato l’OMS in una nota, ha il duplice scopo di “facilitare il monitoraggio dei programmi di vaccinazione Covid nazionali e supportare gli usi transfrontalieri progettati per un potenziale futuro in cui i vaccini anti-Covid potranno essere inclusi in una versione aggiornata del Regolamento Sanitario Internazionale”.

L’OMS, in particolare, ha esaminato le specifiche insieme all’Associazione Internazionale del traffico aereo (IATA) e il Forum economico mondiale, indicando che questi passaporti digitali potrebbero essere utilizzati prima per i viaggi internazionali, ma anche richiesti nei luoghi di grande aggregazione e all’interno di alcuni posti di lavoro. “Un approccio adeguatamente costruito per i passaporti di immunità potrebbe aiutare a limitare al diffusione di Sars-Cov-2, consentendo al contempo la ripresa delle attività sociale e la rivitalizzazione dell’economia globale – dicono gli esperti – . La base deve essere un registro delle vaccinazioni accurato e completo che consenta alle persone di accedere ai proprio libretto vaccinale e a quelli dei propri figli e membri della famiglia”.

Pertanto, ritengono gli studiosi canadesi, gli elementi chiave per l’implementazione dei passaporti vaccinali dovranno includere: capacità tecnologica; adesione agli standard internazionali; capacità dei governi di produrre registri di immunizzazione digitali sicuri; contributo di esperti legali, etici e di sviluppo di standard per garantire che coloro che non possono essere vaccinati non siano discriminati o non abbiano accesso ai servizi; misure di salvaguardia per proteggere la privacy delle informazioni personali. “Se i governi non svilupperanno la capacità necessaria per implementare i passaporti di immunità, è probabile che le società private (ad esempio, le compagnie aeree e le grandi sedi di eventi) svilupperanno i propri requisiti e sistemi, portando potenzialmente a problemi legati all’equità, alla privacy e alla coercizione”.

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