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Come funziona la terapia sperimentale con staminali per la cura dei pazienti Covid

Al via in Italia lo studio nazionale Rescat per il trattamento della polmonite da Sars-Cov-2 con l’infusione di cellule che inibiscono l’infiammazione. Verranno utilizzate le stromali mesenchimali già note per la loro sicurezza e le proprietà immuno-regolatorie.
A cura di Valeria Aiello
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Trattare la polmonite da Covid-19 con l’infusione di cellule staminali che inibiscono l’infiammazione: è questo l’obiettivo dello studio al via in Italia sotto il coordinamento dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena con l’Università di Modena e Reggio Emilia che vedrà coinvolti altri sei centri italiani tra Lombardia, Veneto e Toscana – gli ospedali Meyer e Careggi di Firenze, il Policlinico IRCCS Ca’ Granda di Milano, l'Ospedale San Gerardo di Monza con la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti e l’Università Bicocca, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l'Azienda Ospedaliera di Vicenza. A supportare i centri per l'analisi dei biomarcatori anche l’Istituto Mario Negri di Milano.

La terapia con staminali per la cura dei pazienti Covid

La sperimentazione, denominata Rescat (acronimo di REscuing patients with SARS-CoV-2 pneumonia with Cell Advanced Therapy) è la prima sul territorio nazionale a utilizzare cellule staminali in uno studio clinico per pazienti con infezione da coronavirus e la prima al mondo a confrontare diverse fonti di provenienza – cordone ombelicale, tessuto adiposo e midollo osseo – nell’ambito di un unico trial controllato.

Le cellule al centro dello studio, chiamate stromali mesenchimali, sono un tipo di staminali già note per i loro effetti immuno-regolatori e antinfiammatori che sembrano poter fronteggiare il meccanismo alla base del danno d’organo indotto dal virus. In particolare, la sperimentazione andrà a verificare come queste cellule, agendo sul processo infiammatorio provocato dal virus Sars-Cov-2, possano contrastare la cosiddetta “tempesta di citochine” che è la causa di una serie di complicazioni, come l’insufficienza respiratoria e nei casi più gravi, la morte. Le infusioni verranno somministrate a 5 giorni l’una dall’altra a 60 pazienti con polmonite severa da Covid ricoverati in terapie intensive e semintensive, e i risultati clinici, nonché i cambiamenti nella reazione infiammatoria e immunitaria, valutati per sei settimane.

La terapia è stata sviluppata sulla base di ricerche condotte durante la pandemia in Cina e altri Paesi, indicando che le infusioni si sono dimostrate sicure ed efficaci nel trattamento della polmonite da Covid, specialmente nei pazienti in condizioni più critiche. Gli studi cinesi hanno mostrato l’assenza di reazioni allergiche, infezioni secondarie o eventi avversi, fornendo una prova clinicamente convincente del miglioramento del quadro clinico dei pazienti. Risultati confermati anche da un team di ricerca spagnolo nell’ambito del progetto Balmys-19 che ha dimostrato che la mortalità dei pazienti critici può essere abbattuta del 70%, scendendo dall’85 al 15%.

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