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Come funziona la crioterapia, la tecnica che cura i tumori congelandoli

Al Rizzoli di Bologna, il primo centro in Italia ad utilizzare questa tecnica per il trattamento della fibromatosi desmoide, già curati i primi 6 pazienti: “I risultati sono sorprendenti”.
A cura di Valeria Aiello
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A un anno di distanza dal primo paziente trattato con questa tecnica, possiamo dire che i risultati sono sorprendenti”. Così il dottor Costantino Errani, della Clinica ortopedica oncologica dell’Istituto Rizzoli di Bologna, analizza i traguardi raggiunti con la crioterapia, una tecnica di radiologia interventistica con cui al Rizzoli sono stati già curati 6 pazienti con fibromatosi desmoide, una rara forma di tumore benigno che però cresce aggressiva nei tessuti, generando grandi masse che provocano forti dolori, compressione di organi interni e difficoltà motorie. “Il primo paziente trattato – un uomo di 39 anni che soffriva di un dolore debilitante nella zona di crescita del tumore – oggi sta bene e la massa è quasi scomparsa – spiega Errani – . Questo grazie a una sola seduta di crioterapia”.

Il Rizzoli di Bologna è il primo centro in Italia a utilizzare la crioterapia contro la fibromatosi desmoide, grazie allo studio clinico portato avanti dal dottor Errani insieme al dottor Giancarlo Facchini di Radiologia diagnostica e interventistica. “L’idea di utilizzare la crioterapia, già in uso per altre patologie, anche per questo tipo di tumore, è nata dai primi risultati di uno studio americano del Memorial Sloan Kettering Cancer Center e di uno studio multicentrico francese” racconta Errani che, attraverso questa tecnica, può offrire ai pazienti un’opzione di trattamento altamente efficace. “Finora, quando la situazione era grave ed era necessario intervenire, l’opzione migliore risultava un trattamento chemioterapico a basso dosaggio, terapia che però non porta a una scomparsa della massa ma può solamente bloccare il progredire la malattia. La rimozione chirurgica del tumore è poi solitamente sconsigliata perché i rischi di recidiva più aggressiva sono altissimi”.

Attraverso la crioterapia è invece possibile congelare il tumore, impedendogli di continuare ad alimentarsi. La tecnica, nota anche come crioablazione, viene eseguita sotto guida radiologica e prevede l’inserimento di uno o più aghi all’interno della massa tumorale. Ciascun ago, tramite il gas che inietta l’interno, può congelare un’area di circa 3 cm, necrotizzando la massa tumorale che si riduce, fino anche a scomparire. Tale procedura è utilizzata da anni con successo nel trattamento dei tumori maligni del rene e della prostata, e risulta indicata anche nei pazienti affetti da tumore primitivo del polmone non trattabile chirurgicamente o con metastasi del polmone che non rispondono più a chemioterapia.

Il monitoraggio dei 6 pazienti già trattati ha permesso di confermare l’immediato miglioramento della sintomatologia, spiega l’Istituto in una nota. “Per chi è affetto da fibromatosi desmoide – ha sottolineato il direttore generale del Rizzoli, Anselmo Campagna – il nostro Istituto è in grado di offrire ai malati non solo una valida alternativa a un trattamento aggressivo o invasivo, ma soprattutto una tecnica più efficace, che è quello che ogni medico desidera per i propri pazienti”.

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