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Come buttare le mascherine usate per evitare un disastro ambientale

Ogni mese utilizziamo 130 miliardi di mascherine per proteggerci dal coronavirus SARS-CoV-2, e fino al 75 percento finisce nelle discariche e disperso nell’ambiente secondo un’agenzia dell’ONU. Ecco cosa c’è da sapere per smaltire i dispositivi di protezione individuale in modo corretto ed evitare un disastro ambientale.
A cura di Andrea Centini
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Mascherine e altri DPI recuperati in Costa Azzurra. Credit: Operation Mer Propre
Mascherine e altri DPI recuperati in Costa Azzurra. Credit: Operation Mer Propre
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In base al recente studio “COVID-19 Pandemic Repercussions on the Use and Management of Plastics” coordinato da scienziati portoghesi dell'Università di Aveiro, per difenderci dalla pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 ogni mese utilizziamo circa 130 miliardi di mascherine e guanti monouso. Si tratta di un quantitativo di rifiuti enorme, del quale la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD – un organo permanente dell'ONU) stima che ben il 75 percento finisca nelle discariche o venga disperso. L'impatto ambientale che ci si aspetta dai numeri indicati su Environmental Science & Technology è semplicemente catastrofico, e si aggiunge a quello altrettanto devastante dovuto all'inquinamento da plastica, da anni considerato un problema globale.

Smaltire correttamente i dispositivi di protezione individuale come le mascherine, i guanti monouso (che fra l'altro non sono nemmeno raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità) e anche i flaconcini di gel alcolico igienizzante per le mani è dunque fondamentale per ridurre al minimo il rischio che questi oggetti si disperdano nell'ambiente, mettendo anche a repentaglio la vita degli animali selvatici. Come quella di questo sfortunato gabbiano reale, rimasto impigliato con le zampe ai legacci di una mascherina monouso e salvato in extremis dai volontari volontari della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA). Molto peggio è andata a un giovane pinguino di magellano ritrovato morto sulla spiaggia di Juquehy, nello stato brasiliano di San Paolo: l'esame necroscopico ha infatti rilevato nel tratto digerente dell'uccello una mascherina intera, che ne ha provocato il decesso. “Lavoriamo per la riduzione dei rifiuti da 23 anni e cerchiamo di salvare gli animali marini che ne sono vittime”, ha dichiarato l'oceanografo Hugo Gallo Neto, presidente della ONG ‘Argonauta' che ha recuperato il pinguino. “Stiamo affrontando una nuova minaccia legata alla pandemia di COVID-19. Se il volume dei rifiuti è diminuito durante il lockdown, adesso la gente si sbarazza delle mascherine ovunque”, ha aggiunto lo studioso. E questo, come si è visto, provoca morte e sofferenza in tutto il mondo.

Dunque come sbarazzarsi correttamente delle mascherine monouso? Innanzitutto sottolineiamo che questo tipo di rifiuto va gettato nell'indifferenziata e non altrove, pur essendo composto nella maggior parte dei casi da polipropilene, un materiale plastico. La ragione è semplice, si tratta di un rifiuto medico potenzialmente contaminato dal coronavirus SARS-CoV-2, e deve dunque essere distrutto negli inceneritori. Per gettare correttamente le mascherine si devono fare due cose: prima di tutto vanno tagliati gli elastici o i legacci annodati, poiché rappresentano uno dei rischi maggiori per la fauna selvatica, nel caso in cui il DPI dovesse finire nell'ambiente. La seconda accortezza è quella di chiudere ermeticamente il sacchetto di plastica nel quale la gettiamo. Poiché si tratta di un tipo di rifiuto molto leggero, una volta in discarica – o magari lasciato all'aperto – potrebbe bastare un po' di pioggia o una folata di vento per sollevare i singoli pezzi e farli finire nell'ambiente. Ricordiamo che è fondamentale lavarsi le mani con acqua e sapone per 40-60 secondi o con un gel idroalcolico per 20-30 secondi ogni volta che si maneggia una mascherina, prima e dopo.

Soltanto nel nostro Paese, in base alle stime dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), entro la fine di quest'anno fino a 550mila tonnellate di mascherine monouso e guanti dovrebbero essere distrutte negli inceneritori. Sarebbe sufficiente che una piccola frazione di essi finisse nell'ambiente per avere milioni di pezzi pronti a inquinare e a uccidere, esattamente come la plastica. Non è un caso che la dottoressa Sarah Jay, realizzatrice del documentario Toxic Beauty (2019) e a capo di un'organizzazione che si batte per la sostenibilità della produzione di cosmetici, ha dichiarato che le mascherine monouso “sono i nuovi sacchetti di plastica”.

“L'inquinamento da plastica era già una delle peggiori minacce per il nostro pianeta prima della diffusione del coronavirus”, ha dichiarato la dottoressa Pamela Coke-Hamilton, direttrice del commercio internazionale dell'UNCTAD. “L'improvviso aumento dell'uso quotidiano di determinati prodotti per proteggerci dal contagio sta peggiorando le cose”, ha aggiunto l'esperta. Se nel 2019 la spesa per le mascherine si attestava sugli 800 milioni di dollari annui, per il 2020 è prevista un'impennata a ben 166 miliardi di dollari, con tutto ciò che ne consegue in termini di rifiuti prodotti. Non si sa ancora per quanto tempo durerà la pandemia di coronavirus e per quanto dovremo convivere con mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, pertanto l'unico modo che abbiamo per proteggere il pianeta è smaltirli nel modo corretto. Purtroppo l'inciviltà di molti ha già fatto disperdere nell'ambiente un numero consistente di pezzi e causato la morte di diversi animali.

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