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Covid 19

Collutorio e spray nasale allo iodiopovidone possono ridurre la carica virale dei pazienti COVID

Un team di ricerca francese dell’Ospedale Universitario di Poitiers hanno dimostrato che fare gargarismi con un collutorio a base di iodiopovidone e spruzzare nel naso una soluzione con lo stesso antisettico possono ridurre la carica virale nei pazienti COVID, tuttavia i risultati andranno confermati da studi più ampi, anche alla luce di effetti collaterali sull’ormone stimolante la tiroide.
A cura di Andrea Centini
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Fare gargarismi con un collutorio a base di iodiopovidone (un antisettico – disinfettante) e spruzzare nelle narici una soluzione contenente lo stesso composto – attraverso uno spray nasale – può ridurre la carica virale nella gola e nel naso dei pazienti contagiati dal coronavirus SARS-CoV-2. Tale procedura potrebbe dunque essere efficace per ridurre il rischio di trasmissione del patogeno, e avere così un impatto positivo sulla catena dei contagi. Le applicazioni di questo composto, tuttavia, in uno studio pilota ha comportato fastidio al naso e un'alterazione nelle concentrazioni dell'ormone stimolante la tiroide, i cui livelli sono rientrati nella norma alcuni giorni dopo aver sospeso il trattamento.

A dimostrare che lo iodiopovidone potrebbe essere un alleato nella lotta alla pandemia di COVID-19 è stato un team di ricerca francese composto da scienziati del Dipartimento di Emergenza, del Laboratorio di Virologia e del Dipartimento di Anestesia, Terapia Intensiva e Medicina Perioperatoria presso l'Ospedale Universitario di Poitiers. I ricercatori, coordinati dal professor Jeremy Guenezan, hanno deciso di verificare l'efficacia anti COVID dello iodiopovidone sulla base dei risultati di studi di laboratorio, nei quali è stato dimostrato che questo composto – utilizzato da tempo come antisettico e disinfettante per epidermide e mucose – a concentrazioni inferiori allo 0,5 percento inattiva rapidamente (in soli 15 secondi) le particelle virali del patogeno pandemico.

Il professor Guenezan e i colleghi hanno coinvolto nello studio 24 partecipanti, tutti con un'età uguale o superiore ai 18 anni e con tampone oro-rinofaringeo positivo al SARS-CoV-2. Nessuno aveva la forma grave della COVID-19, l'infezione provocata dal virus. In dodici sono stati assegnati casualmente al gruppo di controllo, cioè non hanno ricevuto alcun trattamento a base di iodiopovidone, mentre gli altri dodici hanno dovuto eseguire gargarismi con una soluzione acquosa da 25 millilitri all'1 percento di iodiopovidone, quattro volte al giorno per cinque giorni consecutivi. Oltre ai gargarismi hanno spruzzato una soluzione al 10 percento di iodipovidone nel naso, attraverso uno spray collegato a una siringa da 5 millilitri. Dopo la somministrazione dovevano anche massaggiare le narici per favorire la diffusione del composto.

La carica virale dei partecipanti, dei quali solo quattro uomini per gruppo, è stata verificata attraverso tamponi eseguiti al giorno 1 e poi ogni 2 giorni fino al giorno 7 del periodo di follow-up. Dopo il primo giorno, la carica virale è risultata inferiore del 75 percento nei pazienti che hanno seguito il trattamento a base di iodiopovidone, mentre si è ridotta solo del 32 percento nel gruppo di controllo non trattato. Ciò nonostante, scrivono gli studiosi, “l'uso dello iodiopovidone non ha avuto influenza sui cambiamenti della quantificazione dell'RNA virale nel tempo”. Guenezan e colleghi hanno osservato che tutti i pazienti trattati con l'antisettico hanno sperimentato un fastidioso formicolio al naso, così come un aumento dell'ormone stimolante la tiroide (tutte le persone con problemi tiroidei non sono state incluse nell'indagine). In cinque pazienti i livelli dell'ormone stimolante la tiroide hanno superato la soglia della normalità, ma in tutti i casi sono rientrati al livello basale tra il settimo e il dodicesimo giorno dopo la sospensione del trattamento. Non sono state invece osservate variazioni nelle concentrazioni dell'ormone tiroideo (T3 – T4) e della creatinina.

Alla luce di questi risultati, gli scienziati ritengono che lo iodiopovidone possa offrire alcuni benefici nel contrasto alla trasmissione del coronavirus, tuttavia dovranno essere eseguiti studi più ampi e approfonditi per averne conferma, sfruttando dosaggi inferiori dell'antisettico per evitare gli spiacevoli effetti collaterali osservati. I dettagli della ricerca “Povidone Iodine Mouthwash, Gargle, and Nasal Spray to Reduce Nasopharyngeal Viral Load in Patients With COVID-19 – A Randomized Clinical Trial” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata JAMA Otolaryngology – Head & Neck Surgery.

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