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Clamidia, contro l’infezione sessualmente trasmissibile più comune arriva il primo vaccino

Un vaccino contro la clamidia sembrerebbe essere la soluzione migliore per contrastare quella che è l’infezione sessualmente trasmissibile più comune con almeno 131 milioni di nuovi casi all’anno. Vediamo cosa c’è da sapere sulla clamidia e sul primo vaccino che per ora si è dimostrato sicuro e in grado di attivare una risposta immunitaria.
A cura di Zeina Ayache
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Il primo vaccino della storia contro la clamidia, l'infezione sessualmente trasmissibile più comune, è riuscito a raggiungere la fase 1 di trial clinico dimostrandosi sicuro e in grado di provocare una risposta immunitaria. Questo è quanto sostengono gli scienziati che hanno pubblicato il loro studio e che ci spiegano i dettagli della loro ricerca: ecco cosa c’è da sapere sul primo vaccino contro la clamidia.

Clamidia, l’infezione sessualmente trasmissibile più comune, cos’è

La clamidia, causata dal batterio Chlamydia trachomatis, è l’infezione sessualmente trasmissibile più comun e conta 131 milioni di nuovi casi ogni anno, una cifra questa che potrebbe essere decisamente pi alta visto che tre casi su quattro non presentano sintomi. Le persone più colpite sono gli adolescenti e i giovani adulti.

I danni della clamidia

Per una donna su sei infetta da clamidia, l'infezione sale dalla cervice e causa una malattia infiammatoria pelvica. Ciò può provocare dolore pelvico cronico e persino infertilità o gravidanza extrauterina, specialmente nei paesi in via di sviluppo, dove l'accesso al trattamento e allo screening è limitato. Inoltre, la clamidia è fortemente associata alla suscettibilità ad altre infezioni a trasmissione sessuale, in particolare la gonorrea e l'HIV, e l'infezione da clamidia durante la gravidanza può aumentare il rischio di aborto spontaneo, feto nato morto e parto pretermine.

Perché un vaccino contro la clamidi

Ad oggi, spiegano gli esperti, i trattamenti, come gli antibiotici, utilizzati contro la clamidia non sono sufficientemente efficaci da ridurre il numero dei casi, ecco perché il vaccino sembrerebbe essere la soluzione migliore: potrebbe infatti ridurre il rischio epidemico.

I test sul vaccino. Gli scienziati hanno eseguito i loro esperimenti su 35 donne sane, ad alcune è stato somministrato il nuovo vaccino CTH522, ad altre il vaccino CTH522 combinato con liposoma CAF01 e ad altre solo il placebo. Dai dati raccolti è emerso che entrambi i vaccini erano riusciti a provocare una risposta immunitaria, diversamente dal placebo e, nello specifico, il vaccino CTH522 combinato con liposoma CAF01 sembrava essere ancor più efficace. In generale il vaccino è risultato sicuro e ben tollerato, senza segnali avversi gravi, a parte lieve dolore e difficoltà a muoversi fino ad un massimo di 4 giorni. Ovviamente saranno necessari ulteriori studi, il vaccino adesso passa alla fase successiva di test.

Lo studio, intitolato "Safety and immunogenicity of the chlamydia vaccine candidate CTH522 adjuvanted with CAF01 liposomes or aluminium hydroxide: a first-in-human, randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 1 trial", è stato pubblicato su The Lancet Infectious Diseases.

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