Ci accorgiamo che siamo morti: il cervello funziona ancora poco dopo la morte
Cosa succede dopo la morte? Siamo consapevoli di essere morti? A quanto pare sì secondo il ricercatore Sam Parnia che ha analizzato la consapevolezza che i pazienti hanno in seguito ad un arresto cardiaco, quello che cioè è considerato ‘morte' biologicamente parlando. Ma vediamo cosa significa.
Esperienze pre morte ed extracorporee. Quando parliamo di esperienze di morte di solito siamo abituati a distinguere in ‘esperienze extra corporee' o ‘esperienze pre morte' e sono spesso considerate il frutto di allucinazioni o illusioni e gli studi in materia scarseggiano. Per capirne di più, lo scienziato Sam Parnia ha indagato i racconti riportati da pazienti che hanno vissuto un arresto cardiaco.
Cos'è la morte. Parnia spiega che “contrariamente alla percezione comune, la morte non è un momento specifico, ma un processo potenzialmente reversibili che si presenta in seguito a gravi incidenti o malattie a cuore, polmoni e cervello che cessano di funzionare correttamente”. Secondo lo scienziato, se riusciamo ad invertire questo processo, ci troviamo di fronte ad un ‘arresto cardiaco', se non ci riusciamo, possiamo allora parlare di ‘morte'.
Cosa succede durante le esperienze pre morte. I ricercatori ci fanno sapere che il 39% delle persone sopravvisute ad un arresto cardiaco raccontano di essere stati consapevoli durante le fasi di ‘morte' biologica, insomma si rendevano conto di ciò che stava accadendo e ciò che hanno raccontato ai ricercatori corrispondeva con quanto avvenuto in ospedale o nelle altre situazioni in cui il loro cuore ha smesso di funzionare, prima di riprendersi.
Ma perché non se ne ricordano tutti? Gli scienziati spiegano che probabilmente questa esperienza di consapevolezza della morte biologica la vivono tutti, solo che i farmaci sedativi per il recupero dall'operazione eliminano i ricordi e quindi solo alcuni ne hanno memoria.
Conclusioni. Insomma, secondo Parnia, quelle pre morte non sono allucinazioni, ma esperienze vere e proprie che viviamo durante un arresto cardiaco: siamo dunque consapevoli che siamo morendo, anche perché il nostro cervello continua ad essere attivo, quindi siamo coscienti, per altri 20/30 secondi dopo che il cuore ha smesso di funzionare.