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Chi non mangia glutine è più a rischio diabete: perché bisogna mangiarlo, se non si è celiaci

I ricercatori di Harvard ci spiegano perché una dieta senza glutine, se non si è celiaci, non è consigliata: incrementa il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
A cura di Zeina Ayache
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Le diete senza glutine incrementano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e, come già detto in passato, potrebbero non fare bene alla nostra salute. A darci questa notizia sono i ricercatori della Harvard University che, in occasione del Epi/Lifestyle Scientific Sessions 2017 dell'American Heart Association, hanno presentato il loro studio intitolato appunto "Low gluten diets may be associated with higher risk of type 2 diabetes" che spiega quali siano gli effetti sul nostro corpo di una dieta priva o ricca di glutine (il glutine è una sostanza lipoproteica che si trova nei cereali come farro, frumento, orzo e segale).

Visto l'incremento di casi di celiachia nel mondo (la celiachia è l'infiammazione cronica dell'intestino tenue provocata proprio dall'ingestione di glutine in soggetti che sono predisposti geneticamente), in questi ultimi tempi sempre più persone hanno scelto di rinunciare al glutine, senza che studi scientifici ne abbiano mai confermato un'eventuale pericolosità e senza che ci sia una necessità clinica, come appunto avviene per i soggetti celiaci.

Per fare chiarezza, gli scienziati hanno analizzato l'apporto di glutine di 199.794 partecipanti a tre distinti studi realizzati sul lungo periodo e hanno scoperto che, mediamente, consumiamo 12 grammi di glutine ad giorno. Inoltre i dati hanno dimostrato che in chi consumava il 20% in più di glutine, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 si riduceva del 13% rispetto a coloro che invece mangiavano meno glutine.

Ma come è possibile? "Gli alimenti gluten free spesso contengono meno fibre e micronutrienti (come vitamine e minerali)- spiegano i ricercatori – Questo li rende meno nutrienti e più costosi". Insomma, coloro che non mangiano glutine, ma che non sono celiaci, dovrebbero riconsiderare le loro scelte alimentari in relazione al rischio che corrono di sviluppare il diabete di tipo 2.

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