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Chi indossa vestiti sporchi crea una nuvola ‘tossica’ intorno a sé: inquina l’aria in ufficio

Indossa vestiti sporchi in ufficio, o negli ambienti chiusi in generale, può essere dannoso per l’aria che respiriamo: gli scienziati ci spiegano come reagiscono le sostanze che produciamo con l’ozono e quali sono i potenziali rischi per la salute. Ecco perché dovremmo lavare più spesso i capi d’abbigliamento.
A cura di Zeina Ayache
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Bisognerebbe sempre indossare vestiti puliti e lavarsi prima di andare a lavoro, non solo per la gioia del naso dei colleghi, ma anche per evitare di diventare agenti inquinanti viventi in ufficio. Gli scienziati spiegano infatti che l’ozono che produciamo noi reagisce al contatto con i vestiti sporchi e crea intorno al nostro corpo una ‘nuvola inquinante’ che ricorda quella del personaggio Pig-Pen dei Peanuts (il ragazzino sporco che emette un alone di polvere). Vediamo insieme come sia possibile che noi stessi inquiniamo l’aria dell’ufficio e dei luoghi chiusi in cui ci troviamo.

Ozono e vestiti sporchi. Gli scienziati hanno mostrato, attraverso un modello computerizzato di analisi degli ambienti chiusi, che una serie di gas volatili e semi volatili e di altre sostanze viene prodotta quando l’ozono, una forma di ossigeno che può essere tossica, reagisce con l’olio prodotto dalla pelle e trasportato dai vestiti sporchi creando una specie di ‘nuvola tossica’, che ricorda quella del personaggio Pig-Pen dei Peanut, che può provocare irritazioni alle persone intorno.

Quali sono le sostanze pericolose? Le sostanze prodotte da questa reazione includono composti organici come il carbonili che possono risultare irritanti per la pelle e per i polmoni, in particolare per le persone asmatiche.

Gli oli prodotti dalla pelle. Per quanto riguarda gli oli prodotti dalla pelle, gli esperti spiegano che contengono sostanze come lo squalene e gli acidi grassi. Se una persona indossa gli stessi vestiti troppo a lungo, ad esempio, più di un giorno, senza lavarli, c'è una possibilità che questi diventino più saturi con gli oli, portando ad una maggiore possibilità di reazione con l'ozono, che è un gas instabile. “Lo squalene può reagire molto efficacemente con l’ozono e ha un più alto tasso di reazione con l'ozono perché ha un doppio legame di carbonio e, a causa della sua composizione chimica, l'ozono vuole entrare e rompere questo legame”, spiegano gli autori dello studio.

Conclusioni. Siamo abituati a ritenere potenzialmente inquinante e pericolosa solo l’aria che respiriamo all’aperto, ma non è così: anche quella degli spazi chiusi può essere dannosa e, considerato che trascorriamo grand parte del nostro tempo al chiuso (uffici, negozi, casa, cinema, ristoranti, palestre ecc), diventa fondamentale capire come purificare gli ambienti.

Lo studio, intitolato “The impact of clothing on ozone and squalene ozonolysis products in indoor environments”, è stato pubblicato da Communications Chemistry.

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