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Covid 19

Chi fuma ha un rischio fino a 10 volte più alto di morire di Covid

Lo afferma un ampio studio guidato dai ricercatori dell’Università di Oxford che hanno chiarito il peso del fumo di tabacco sul rischio di contrarre l’infezione da coronavirus e gli esiti della malattia.
A cura di Valeria Aiello
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Le persone con predisposizione genetica al fumo pesante hanno un rischio fino a 10 volte più alto di morire di Covid. Lo afferma un nuovo studio pubblicato sulla rivista Thorax da un team di ricerca coordinato dall’Università di Oxford che ha  chiarito la rilevanza del fumo di tabacco sul rischio di contrarre l’infezione e gli esiti della malattia. L’analisi, in particolare, ha preso in esame i dati della UK Biobank, il database britannico contenente informazioni genetiche e sanitarie di circa mezzo milione di cittadini, ottenendo prove a sostegno di una relazione causa-effetto tra fumo e Covid.

Durante il periodo di studio, su 421.469 partecipanti ammissibili, 13.446 (3,2%) persone hanno effettuato un tampone, di cui 1.649 (0,4%) sono risultate positive, 968 hanno richiesto il ricovero in ospedale e 444 (0,1%) sono decedute a causa dell’infezione. La maggior parte (59%) dei partecipanti non aveva mai fumato, oltre un terzo (37%) era un ex fumatore e solo il 4% era un fumatore attuale. Tra i fumatori attuali, la maggior parte (71%) era un fumatore leggero o moderato (rispettivamente da 1 a 9 sigarette/giorno e da 10 a 19 sigarette/giorno) mentre il 29% era un forte fumatore (20 sigarette o più al giorno).

Rispetto a coloro che non avevano mai fumato, i ricercatori hanno osservato che gli attuali fumatori hanno l’80% in più di probabilità di essere ricoverati in ospedale. Anche i tassi di mortalità sono risultati strettamente legati al fumo: i fumatori leggeri o moderati hanno infatti mostrato un rischio da 2 a quasi 6 volte più alto di morire a causa dell’infezione. Questo stesso rischio ha superato le 6 volte nei forti fumatori, arrivando addirittura a oltre le dieci di non sopravvivere alla malattia.

Oltre a questa analisi osservazionale, gli autori dello studio hanno effettuato anche una randomizzazione mendeliana (MR), un approccio che permette di valutare il peso dei fattori di rischio (in questo caso la predisposizione genetica al fumo e al fumo pesante) sulla gravità di Covid. Questa ha rivelato che le persone con predisposizione genetica al fumo hanno il 45% di probabilità in più di contrarre il virus e il 60% in più di finire in ospedale rispetto a coloro che non presentano questa suscettibilità genetica. Inoltre, i geni legati al fumo pesante sono risultati associati a un aumento di 2,5 volte della probabilità di infezione, di 5 volte del ricovero in ospedale e di 10 volte di morte per Covid, confermando i dati dell’analisi osservazionale.

La congruenza dei risultati di questi due approcci analitici supporta un effetto causale del fumo sulla gravità della malattia – hanno precisato gli autori dello studio – . I nostri risultati suggeriscono fortemente che il fumo è correlato al rischio di contrarre una forma grave di Covid e, proprio come il fumo influisce sul rischio di malattie cardiache, diversi tumori e tutte quelle altre condizioni a cui sappiamo che il fumo è collegato, sembra che sia lo stesso per Covid. Pertanto, questo potrebbe essere il momento migliore per smettere di fumare”.

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