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Che fine sta facendo il corno del rinoceronte?

I ricercatori hanno scoperto che il corno dei rinoceronti, causa del bracconaggio che li sta portando all’estinzione, non è più forte e in salute come in passato.
A cura di Zeina Ayache
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Il rinoceronte non può certo essere classificato come uno degli animali più fortunati della terra. Il suo più grande problema è causato dal corno che lo caratterizza, adorato dai benestanti viene estrapolato con violenza dai bracconieri per colpa dei quali oggi il rinoceronte è a serio rischio estinzione. E come se non bastasse, il corno di cui gode non è più lo stesso di un tempo, ma ha subito importanti mutazioni, come dimostrano i ricercatori della University of Chicago e della University of Orego all'interno dello studio intitolato “Osteopathology in Rhinocerotidae from 50 Million Years to the Present” e pubblicato su PLOS ONE.

Secondo gli scienziati, ci sono evidenti segni che dimostrano il peggiorato stato di salute dell'osso, come la sua degenerazione, le infiammazioni o infezioni riscontrate nei soggetti analizzati tra rinoceronti estinti del Nord America e quelli ancora viventi in Africa e in Asia.

Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno analizzato il corno di 6 esemplari estinti e 1 esemplare vivente tra i 50 milioni di anni fa e oggi. L'obiettivo era comprendere l'eventuale presenza di una correlazione tra la grandezza degli animali e lo stato di salute e la funzionalità del corno.

I dati sono stati suddivisi secondo 7 indicatori dello stato di salute del rinoceronte, la massa corporea degli animali e la struttura ossea. Gli scienziati hanno così scoperto che l'evoluzione della specie ha portato a maggiori patologie alle ossa (dal 28% all'80%) e, secondo loro, il motivo di questo peggioramento sarebbe da attribuire ad un'accresciuta massa corporea e una maggiore durata della vita che influenzerebbero negativamente sulla salute del corno rendendolo più debole.

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Quanto scoperto potrà essere utilizzato in futuro per capire meglio come proteggere gli animali ungulati e gli esseri umani.

[Foto dei corni da PLOS ONE]

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