672 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

C’è una nuova forma di demenza che sembra Alzheimer ma non lo è e colpisce un 85enne su 4

Gli scienziati hanno scoperto che il 25% degli over 85 anni mostrano problemi ad una proteina, la TDP-43, che è associata ad una nuova forma di demenza che può essere confusa con l’Alzheimer. Vediamo insieme cosa c’è da sapere sulla LATE demenza, perché non è Alzheimer e cosa consigliano gli esperti.
A cura di Zeina Ayache
672 CONDIVISIONI
Immagine

Esiste un disturbo del cervello che mima i sintomi dell’Alzheimer che è appena stato definito con specifici criteri di diagnosi e linee guida per poterlo comprendere meglio in futuro. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali persone colpisce questa demenza che è simile all’Alzheimer ma non lo è e si chiama LATE demenza.

LATE demenza, cos’è. Con il passare dell’età, molte persone mostrano sintomi di demenza come la perdita di memoria o di funzioni cognitive in generale, in passato questi segni venivano attributi all’Alzheimer, ma, grazie ad autopsie effettuate sui cervelli di pazienti, si è scoperto che in realtà esistono altri disturbi. Uno di questi è stato ribattezzato LATE demenza e non è causato dalle proteine beta amiloidi come l’Alzheimer, ma da depositi nel cervello di una proteina chiamata TDP-43. La normale funzione di questa proteina è collegata a come le cellule utilizzano il DNA per produrre proteine. Nel caso specifico di questa demenza, la proteina TDP-43 si sposta dalla sua posizione nelle cellule e ha una struttura anormale.

Chi colpisce la LATE demenza. Gli scienziati spiegano che i soggetti che mostrano questa proteina TDP-43 ‘anormale’ sono circa il 25% delle persone oltre gli 85 anni, questo significa che sono tutti potenzialmente a rischio.

Attenzione alla diagnosi. Gli scienziati sottolineano l’importanza di una diagnosi corretta, ricordando che così facendo si potrebbero non includere questi pazienti nei test utili alla sperimentazione di farmaci contro l’Alzheimer, visto che a livello cerebrale agiscono diversamente. Per riuscire in questo obiettivo, gli esperti spingono sulla necessità di studiare più a fondo la LATE demenza attraverso ricerca epidemiologiche, cliniche, genetiche e di neuroimaging.

Lo studio, intitolato “Limbic-predominant age-related TDP-43 encephalopathy (LATE): consensus working group report”, è stato pubblicato su Brain.

672 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views