Cancro, rivoluzionario trattamento evita la perdita dei capelli proteggendoli: come funziona
Gli scienziati sono riusciti a trovare una nuova strategia per proteggere i follicoli piliferi dalla chemioterapia nel tentativo di evitare la caduta dei capelli in seguito ai trattamenti utili a contrastare il cancro. Questo è quanto fanno sapere gli scienziati responsabili di questa importante scoperta che ci spiegano nel dettaglio in cosa consiste.
Gli scienziati si sono concentrati sugli effetti collaterali dei taxani, farmaci antitumorali che possono causare la perdita permanente di capelli. Per prevenirne questa conseguenza che ha un impatto psicologico importante sui pazienti, gli esperti hanno sfruttato le proprietà di una nuova classe di farmaci chiamati inibitori CDK4/6 che bloccano la divisione cellulare e che sono già stati scientificamente approvati per le cosiddette terapie anti cancro ‘mirate’. In pratica questi farmaci arrestano la divisione cellulare, ma non promuovono ulteriori effetti tossici al follicolo pilifero che diventa dunque meno sensibile agli effetti dannosi dei taxani.
I taxani, spiegano gli scienziati, sono farmaci anticancro molto importanti e comunemente usati per trattare, ad esempio, i pazienti con carcinoma mammario o polmonare e in particolare causano ansie tra i pazienti proprio a causa della perdita permanente di capelli che implicano. Ma perché avviene questo? Gli scienziati spiegano che le cellule specializzate che si trovano alla base dei follicoli piliferi sono fondamentali per la produzione dei capelli stessi e le cellule staminali da cui derivano sono le più vulnerabili ai taxani. Proteggendo queste dagli effetti indesiderati dei taxani, è possibile evitare la perdita dei capelli, senza rendere il trattamento meno efficace contro il cancro.
La speranza dei ricercatori è dunque quella di sfruttare questa scoperta per evitare un effetto collaterale davvero molto provante per i pazienti.
Lo studio, intitolato “CDK4/6 inhibition mitigates stem cell damage in a novel model for taxane-induced alopecia”, è stato pubblicato su EMBO Mol Med.