Cacciatrici perfette: ecco perché le libellule sono quattro volte più pericolose dei leoni
Le libellule sono predatori molto efficienti. Una volta che puntano la loro preda, gli basta mezzo secondo per catturarla senza che questa possa accorgersene.
Hollywood per libellule
Gli scienziati dell'Howard Hughes Medical Institute's Janelia Research Campus, grazie all'impiego della tecnica del motion capture, che è in grado di analizzare ogni minimo movimento del corpo, hanno scoperto che la libellula riesce ad anticipare le mosse della sua preda. Per farlo utilizza un processo neurale, chiamato internal model, che simula le risposte del sistema motorio in modo da stimare il movimento da mettere in atto.
Un processo per vertebrati
“Prima di oggi” spiega il biologo dell'Università di Harvard Stacey A. Combes “questo tipo di controllo, che unisce la predizione e la reazione, era stato dimostrato solo sui vertebrati”. I neuroscienziati stanno ora cercando di capire se questa connessione di stimolo-risposta possa essere applicata anche ad altri comportamenti, che non siano solo quello predatorio. La macchina che si mette in modo per permetterci di prendere un caffè, spiega il Dott. Leonardo, “richiede un ampio numero di modelli interni: come funziona il braccio, come funzionano le articolazioni, se la tazzina sia piena. Insomma, non è semplice gestire il movimento del corpo nello spazio”. Fino ad oggi si pensava che la caccia prevedesse un semplice inseguimento della preda che si concludeva con la cattura, “Un po' come accade per i missili o per le persone che giocano a calcio”, spiega Leonardo che però non riusciva ad arrendersi che la predazione potesse essere così basica.
Una predatrice perfetta
Per comprendere se l'intuizione potesse avere fondamenta scientifiche, Leonardo e il suo team hanno elaborato un sistema capace di monitorare il corpo della libellula, nel momento in cui intercetta la presa. L'idea è simile a quella del motion capture, la tecnica utilizzata al cinema che consiste nel tradurre i movimenti degli attori in animazioni. Sono stati installati marcatori riflettenti su tutto il corpo dell'animale, compresi testa, corpo e ali, che registrano lampi di luci cui posizione viene utilizzata per ricostruire il moto della libellula. Per assicurarsi dei test effettuati, hanno impiegato prede reali e prede artificiali guidate da loro stessi: così facendo hanno potuto confermare “Come veda la libellula e come si muova”.
Predizione e reazione
Analizzando i video, gli scienziati hanno potuto osservare come si muovesse la libellula e come i suoi spostamenti non fossero sempre in linea con quelli della preda, come se “fossero guidate da una rappresentazione interna del loro corpo e dalla consapevolezze di dover ruotare per raggiungere la preda in volo”, commenta Leonardo, e attaccano spuntando dal basso, per non essere viste. Verrebbe da pensare che i continui spostamenti spaziali possano essere un problema per la vista, ma non è così. La libellula riesce infatti a bloccare la testa rimanendo con lo sguardo fisso sulla vittima, cui immagine non perde mai di nitidezza, pur essendo in continuo movimento con il corpo. Grazie a questa sua caratteristica, può ricevere due canali di informazioni sulla preda: l'angolo tra la testa e il corpo le permette di prevederne i movimenti, mentre questa cerca di fuggire. “Un'unione perfetta tra il modello di controllo dei movimenti grazie alle predizione e quello reattivo”, conclude Leonardo.