Braccio robotico non invasivo si controlla con la mente: è il primo nel suo genere
Gli scienziati sono riusciti a sviluppare un braccio robotico controllato con la mente, si tratta di una scoperta rivoluzionaria. Vediamo insieme come fa a funzionare questo braccio robotico e quali sono i campi in cui questa tecnologia potrà essere applicata in futuro, cambiando la vita di molte persone.
Un braccio robotico mosso con il potere della mente. Gli scienziati sono partiti dalla consapevolezza che i dispositivi robotici, come arti, che ad oggi possono essere controllati dalla mente richiedono interventi molto invasivi e capacità chirurgiche importanti per limitare i potenziali rischi di simili operazioni. Diventava dunque necessario pensare ad un braccio robotico controllabile dalla mente che non fosse però invasivo. Gli esperti del College of Engineering e della Carnegie Mellon University si sono dunque concentrati sulle tecnologie attualmente esistenti per pensare ad un intervento non invasivo e sono riusciti a raggiungere i segnali più in profondità del cervello attraverso il neuroimaging non invasivo e sfruttando l’interfaccia neurale non invasiva.
Il braccio che segue il cursore. Il braccio robotico finale può dunque essere mosso con il pensiero ed è molto preciso, riesce infatti a seguire il cursore sullo schermo senza scatti e senza perdere il segnale: questo braccio robotico è migliorato del 500% nella sua precisione.
A cosa servirà. L’utilizzo di questo braccio robotico non invasivo è pensato per coloro che hanno perso uno o più arti e che, grazie alla tecnologia, potrebbero riottenere quanto perduto. Ovviamente per ora si tratta di tecnologie sperimentali, quindi ci tocca aspettare per capire se e quando verrano mai utilizzate quotidianamente. Come dichiarano gli stessi scienziati “Nonostante le sfide tecniche legate all’utilizzo di segnali non invasivi, ci impegniamo a portare questa tecnologia sicura ed economica alle persone che possono trarne beneficio. Questo lavoro rappresenta un passo importante, una tecnologia che un giorno potrebbe diventare un aiuto per tutti, come gli smartphone”.