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Belle notizie per il lupo italiano: popolazione in aumento, occupa il 25% del territorio

L’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA) ha diffuso dati incoraggianti sul recupero e sulla diffusione del lupo nel nostro Paese, che oggi risulta essere distribuito su quasi il 25 percento del territorio nazionale. Nonostante i numeri i aumento, la specie è esposta al rischio di numerose minacce, dal bracconaggio all’ibridazione col cane domestico.
A cura di Andrea Centini
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In Italia la popolazione del lupo (Canis lupus) è in costante aumento. Lo dimostrano i dati preliminari relativi al periodo 2012-2018 presentati in occasione del meeting ‘Verso un Piano nazionale di monitoraggio del lupo‘, evento organizzato a Roma dall'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA). In base alle informazioni raccolte dagli esperti, la specie risulta essere distribuita su quasi il 25 percento del territorio nazionale; si tratta di un balzo in avanti sensibile rispetto al dato precedente del 18,04 percento, che abbracciava il periodo compreso tra il 2006 e il 2012.

Il predatore, portato sull'orlo dell'estinzione a causa della caccia (e dell'ignoranza), da quando sono iniziate le misure di tutela negli anni '70 del secolo scorso è tornato lentamente a popolare il suo habitat naturale. Dalle aree appenniniche dell’Italia centro-meridionale dove erano confinati gli ultimi esemplari, la specie ha cominciato a riconquistare quelle alpine, e oggi lo troviamo anche nelle Alpi centro-orientali. Per quanto concerne i numeri, per le Alpi si stima una popolazione di circa 300 esemplari, composta da 47 branchi, 6 coppie e un individuo solitario. Nel restante territorio nazionale le stime vanno da 1.070 a 2.472 lupi, numeri sicuramente incoraggianti sul completo recupero della specie, minacciata e dunque rigidamente protetta dalle leggi nazionali e internazionali.

Il monitoraggio della specie non serve solo a conoscere come e dove si sta diffondendo, ma anche a comprendere meglio le minacce cui è continuamente sottoposta. Fra le principali vi sono il bracconaggio, come dimostrano azioni deplorevoli dei lupi uccisi ed esposti come macabri trofei; gli incidenti stradali; le malattie trasmesse dagli animali domestici e l'ibridazione con questi ultimi, un fenomeno che rischia di contaminare il patrimonio genetico del lupo facendolo disperdere. Nella sola provincia di Grosseto si stimano picchi di ibridazione nei branchi che arrivano al 50 percento del totale. Importante anche la valutazione dell'impatto dei lupi sul bestiame; si stima che i predatori tra il 2010 e il 2015 abbiano ucciso una media di circa 2.600 capi ogni anno.

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