39 CONDIVISIONI

Batteri che respirano arsenico emergono dall’Oceano Pacifico: perché sono importanti

Un team di ricerca della Scuola di Oceanografia dell’Università di Washington ha scoperto microorganismi che, per sopravvivere e produrre energia, sfruttano l’arsenico al posto dell’ossigeno. Si tratta di un metabolismo primitivo, sviluppatosi agli albori della vita sulla Terra. Questi batteri potrebbero aiutarci a scoprire la vita aliena.
A cura di Andrea Centini
39 CONDIVISIONI
Credit: dimitrisvetsikas1969
Credit: dimitrisvetsikas1969

Scoperti batteri oceanici che sopravvivono respirando arsenico, un elemento noto per la sua tossicità. È la prima volta che viene osservato un simile processo metabolico nell'ambiente marino, una scoperta che potrebbe aiutarci anche ad individuare organismi alieni in mondi lontani. I peculiari batteri sono stati individuati nell'Oceano Pacifico, al largo delle coste messicane, in un'area dove l'ossigeno è praticamente assente (anossica). A scoprirli è stato un team di ricerca americano dell'Università di Washington di Seattle.

Mondo perduto. Secondo gli scienziati, coordinati dalla biologa Gabrielle Rocap della Scuola di Oceanografia dell'ateneo statunitense, questi microorganismi si basano su un processo metabolico primitivo, sviluppatosi miliardi di anni fa agli albori della vita, quando la Terra era ancora priva o poverissima di ossigeno. Erano già noti batteri di aree anossiche marine in grado di metabolizzare zolfo e azoto per produrre energia, mentre organismi che respirano arsenico erano stati trovati solo in laghi come il Searles Lake, un bacino endoreico (senza emissari) nel deserto del Mojave, in California. Le concentrazioni di arsenico nell'oceano sono molto basse, ma sono sufficienti alla sopravvivenza di queste forme di vita, che sfruttano percorsi genetici in grado di convertire le molecole a base di arsenico (come l'arseniato) in composti per generare energia.

Alieni. Dai prelievi effettuati al largo delle coste messicane, gli scienziati americani hanno stimato che circa l'1 percento di tutti i microorganismi marini potrebbe sfruttare questo peculiare metabolismo, rendendo l'arsenico un elemento un po' diverso da come siamo abituati a considerarlo. “Pensare all'arsenico come non solo a un qualcosa di cattivo, ma anche di utile, ha ridisegnato il modo in cui vedo l'elemento”, ha dichiarato la ricercatrice Jaclyn Saunders, coautrice dello studio. Come indicato, l'esistenza stessa di questi microorganismi amplia le probabilità che forme di vita aliene con un metabolismo estremo possano trovarsi su mondi lontani, considerati fino ad oggi inadatti alla vita. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.

39 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views