Avvelenamento da sostanze radioattive ‘iniettate’: cos’è e perché è un delitto perfetto
Morire per avvelenamento da sostanze radioattive ‘iniettate’ è possibile e potrebbe essere un delitto perfetto, vediamo insieme cosa significa e come gli elementi producano un danno al midollo che porta al decesso. Ecco cosa c’è da sapere sull’avvelenamento da sostanze radioattive.
Avvelenamento volontario
La morte per avvelenamento da sostanze radioattive è possibile, ma non è semplice come possiamo pensare. Come spiega Angelo Del Sole, professore di Diagnostica per immagini all'università degli Studi di Milano e direttore della Struttura complessa di Medicina nucleare dell'ospedale San Paolo del capoluogo lombardo, ad AdnKronos infatti, “è sicuramente una condizione che non può insorgere per un evento accidentale”, insomma non è cosa da tutti i giorni entrare in contatto con simili sostanze, quindi è più probabile che la radioattività entri nel corpo o per via iniettiva, quindi con una iniezione, o per via aereo-digestiva, cioè attraverso una bevanda.
Come si muore per avvelenamento da sostanze radioattive
La radioattività è pericolosa per noi poiché altera le nostre cellule e molto sensibili sono ad esempio quelle del midollo osseo. Se queste cellule vengono colpite si può andare incontro ad aplasia midollare, o anemia aplastica, una forma di anemia che consiste nell’insufficiente produzione di cellule di sangue nel midollo osseo e che non trattata porta alla morte. Ad oggi non esiste una cura agli effetti delle radiazioni, quello che si può fare, in caso di aplasia midollare ad esempio, è procedere con il trapianto di midollo osseo.
Diagnosi dell’avvelenamento da sostanze radioattive
Del Sole spiega che non esiste “un marker in grado di indicare con assoluta certezza che la causa di un decesso è stata la radiazione”, insomma, dopo il decesso è possibile accertare quale sia la condizione patologica che porta alla morte, ma non la causa.
Delitto perfetto
L’avvelenamento da sostanze radioattive potrebbe portare al compimento del delitto perfetto poiché riuscire a collegare la morte di una persona a queste sostanze è particolarmente difficile. Le sostanze radioattive hanno un emivita più breve, cioè più passa il tempo, meno è facile rilevarle. L’emivita è il tempo necessario perché in un organismo vivente la concentrazione di una sostanza, ad esempio soggetta a decadimento, (come nel caso di sostanze radioattive) si riduce della metà: insomma, se entriamo in contatto con sostanze radioattive, che con il passare del tempo vanno incontro a decadimento, diventa difficile, se non impossibile, identificarne la presenza nel corpo.
Iniezione di cobalto ionizzato
Il cobalto ionizzato, o più semplicemente il cobalto, ha molti isotopi che decadono in un determinato lasso di tempo che è breve e che quindi è difficile da identificare: un avvelenamento con questo elemento potrebbe permettere di realizzare un delitto non risolvibile.