Attesa per la decisione della Fda, “viagra rosa” potrebbe ottenere l’ok in settimana
Il viagra rosa, così è stato ribattezzato il primo farmaco per specifico trattare nelle donne il calo del desiderio potrebbe ottenere il via libera della Food and Drug Administration già nelle prossime ore. Nonostante i gruppi farmaceutici e le associazioni dei consumatori stessero da tempo facendo pressioni sull’istituzione americana, accusandola di esser sessista e discriminatrice nei confronti delle donne, ancora molti sembrano i quesiti senza risposta. Il principio base del farmaco per le donne è la "flibanserina", molecola vasodilatatrice che, attraverso un flusso maggiore di sangue alle pelvi, fa aumentare l'eccitazione. Questo farmaco, diversamente dalla versione maschile, altera però anche la chimica del cervello, alterando i recettori come la serotonina e la dopamina. E proprio questa caratteristica solleva le prime perplessità. La flibanserina, infatti, non nasce come “farmaco dell’amore” ma come antidepressivo.
Sono molti i dubbi sull'efficacia del farmaco. Certo, diranno in tanti, ma almeno funziona e aumenta la libido. Anche questo aspetto sembra destinato ad esser sfatato. Nei test condotti negli Usa, infatti, le coppie che hanno assunto il medicinale hanno registrato in media un rapporto sessuale al mese in più rispetto alle coppie che non se ne servivano: sono partite da una base comune di 2 o 3 rapporti mensili per sfiorare occasionalmente quota 4. Il risultato, apparentemente positivo, va a scontrarsi con una lunga serie di effetti collaterali più o meno gravi. In molte donne un’assunzione anche occasionale può causare sonnolenza mentre, in altri casi può portare ad un più preoccupante crollo della pressione sanguigna, con tanto di svenimento, specie in combinazione con il consumo di alcolici.
Se contrario al viagra rosa? Sei sessista. E la FDA non aveva approvato la commercializzazione del medicinale, perché di medicinale si tratta, proprio per questi motivi. Una campagna finanziata dalla Sprout Pharmaceuticals, casa farmaceutica proprietaria del brevetto della “pillola rosa” starebbe però creando non pochi problemi nella coscienza di chi dovrebbe valutare il medicinale in maniera obiettiva. Sempre più donne stanno infatti rivendicando il proprio diritto all’uso di questo medicinale, accusando chi evidenzia i problemi già noti per la salute di esser semplicemente antifemminista o comunque maschilista. La Fda nega di esser sessista ma la Sprout ribatte dicendo semplicemente che è giunto il momento per la donna di “pareggiare i conti”.
Dubbi della National Women's Health Network. "E' frustrante – sottolinea Cindy Person, della National Women's Health Network – vedere una società come la Sprout negare l’evidenza dei dati. Cercano di distrarre l’opinione pubblica accusando la Fda di pregiudizi sessuali”. Quando i medici devono valutare un farmaco, lo fanno analizzando le sue reali capacità, e mettendo sul piatto della bilancia benefici e rischi per la salute. Tra la pillola blu e questa rosa ci sono molte differenze, e la Fda deve prenderle in considerazione tutte. L’impotenza maschile è spesso causata dal flusso sanguigno insufficiente a garantire una erezione. Volendo fare un parallelo, potremo dire si tratta di un ‘problema idraulico’. Questo tipo di complicazione è risolvibile con il Viagra, come anche con tutti gli altri medicinali similari. Per le donne il crollo della libido non può esser curato come se ci si trovasse dinanzi ad un problema idraulico. Molti sono i fattori che entrano in gioco, spesso anche più di uno alla volta”.
Nessun farmaco per la libido delle donne. Sotto un certo punto di vista il comportamento della Sprout è comprensibile. La stessa Pfizer, casa produttrice del Viagra, tentò a suo tempo di estendere l’uso della sua pillola blu anche alle consumatrici donna. Scoprirono che faceva aumentare il flusso del sangue negli organi genitali femminili, ma senza far crescere la libido: fu un buco nell’acqua. In un secondo momento sul mercato arrivarono anche i cerotti di testosterone, ma per via degli effetti collaterali non superarono mai la fase sperimentale.
Cresce l'attesa per la decisione della Fda. Ora si può soltanto attendere, e sperare che la Fda faccia la scelta giusta, quella nel totale interesse dei consumatori. Secondo i ben informati, già entro giovedì, il comitato consultivo dovrebbe dare il proprio responso. E’ probabile arriverà un ok ma, non è da escludere, è possibile che la Fda imponga alla casa farmaceutica di indicare sul bugiardino il divieto di assumere il medicinale in concomitanza di bevande alcoliche.