2.308 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Antartide, colonie di pinguini crollate fino al 77% in 50 anni: l’allarme di Greenpeace

Durante una spedizione condotta nell’Oceano Antartico, gli attivisti di Greenpeace e un gruppo di scienziati di due università americane hanno condotto un’indagine sulla salute delle colonie di pigoscelide antartico, una specie di pinguino. Dal monitoraggio è emerso che in soli 50 anni tutte le colonie hanno subito un drastico calo nel numero di esemplari; in alcuni casi le coppie riproduttive si sono ridotte del 77 percento.
A cura di Andrea Centini
2.308 CONDIVISIONI
Colonia di pigoscelidi antartici. Credit: Greenpeace
Colonia di pigoscelidi antartici. Credit: Greenpeace

In appena mezzo secolo tutte le colonie di pigoscelide antartico (Pygoscelis antarcticus), una specie di pinguino che vive in Antartide, hanno subito un drammatico calo nel numero di esemplari. Nei casi più estremi le popolazioni si sono ridotte del 77 percento. Si tratta di una vera e propria ecatombe “silenziosa”, figlia dell'impatto del riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici.

A lanciare l'allarme è stata l'organizzazione ambientalista Greenpeace, che con le sue due navi rompighiaccio Esperanza e Arctic Sunrise ha condotto una spedizione attorno ad alcune delle isole antartiche popolate da questi iconici uccelli marini. Oltre agli attivisti, a bordo delle imbarcazioni erano presenti diversi ricercatori indipendenti dell'Università Sony Brook di New York e dell'Università Nordorientale di Boston, che hanno raccolto numerosi e preziosi dati sugli animali.

Scienziati e attivisti si sono concentranti soprattutto su Elephant Island (Isola Elefante), un piccolo pezzo di terra emersa non lontano dalle isole Shetland Meridionali, a circa 240 chilometri dalla costa del continente antartico. Qui, oltre a foche, pigoscelidi comuni (o pinguini Papua) ed elefanti marini – dai quali potrebbe derivare il nome dell'isola –, si possono ammirare le colonie riproduttive dei pigoscelidi antartici, oggetto dell'indagine di Greenpeace. Gli studiosi hanno osservato un calo di esemplari in tutte le colonie dell'isola, e confrontando i dati con una precedente spedizione scientifica del 1971 è emerso che il numero di pinguini è sceso complessivamente del 60 percento. Come indicato, alcune colonie hanno perso il 77 percento degli esemplari. Gli scienziati hanno stimato in tutto 52.786 coppie riproduttive, contro le 122.550 rilevate nella precedente osservazione.

“Declini così marcati delle colonie suggeriscono che l’ecosistema dell’Oceano Antartico è drasticamente cambiato rispetto a 50 anni fa, e che gli impatti di tali cambiamenti stanno avendo un effetto domino sulla catena alimentare di specie come i pinguini. Diversi fattori possono avere contribuito a questo declino, ma tutte le prove che abbiamo indicano che sono i cambiamenti climatici i principali responsabili di ciò che stiamo osservando” ha dichiarato la professoressa Heather J. Lynch, docente di Ecologia ed Evoluzione presso l’Università Stony Brook e uno dei leader della spedizione, come specificato da Greepeace.

Ricercatori e attivisti hanno condotto anche una pionieristica indagine con l'uso di droni e “tecniche di rilevamento manuale” su Low Island, che fa parte delle Shetland Meridionali assieme ad altre due isole. Qui hanno individuato circa 10mila coppie riproduttrici di pigoscelide antartico; i dati raccolti saranno preziosissimi per future ricerca di monitoraggio sulla salute di questa specie di pinguino, che al momento non risulta minacciata di estinzione. Nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) questi uccelli sono infatti classificati con codice LC, cioè rischio minimo. Ma la situazione potrebbe cambiare drasticamente, alla luce dei dati rilevati durante la spedizione di Greenpeace.

L'Organizzazione ambientalista sottolinea la necessità di creare una vasta area protetta nell'Oceano Antartico, il più grande Santuario marino dell'intero pianeta. Le speranze sono rivolte ai negoziati per l'Accordo Globale sugli Oceani, che termineranno il prossimo marzo a New York.

2.308 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views