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Anche le mucche possono imparare ad andare “in bagno” (ed è più vantaggioso di quanto pensiamo)

Lo ha scoperto un team di ricercatori che ha applicato i principi della psicologia comportamentale per insegnare ai bovini dove fare la pipì: “Si tratta di un’opportunità finora inesplorata che può aiutarci a risolvere i problemi legati all’inquinamento ambientale senza compromettere il benessere degli animali”.
A cura di Valeria Aiello
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È possibile insegnare alle mucche dove fare la pipì? La risposta è sì, come dimostrato da un team di ricercatori dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, che nell’ambito di un progetto che ha coinvolto gli studiosi degli istituti tedeschi per la Salute animale e per la Biologia degli animali da allevamento, è riuscito ad addestrare alcuni bovini a urinare in appositi spazi adibiti a "toilette". Con tutti i vantaggi che potrebbero derivare da questo tipo di addestramento, inclusa la potenziale soluzione di problemi relativi all’inquinamento ambientale fino ai cambiamenti climatici.

Questo perché, spiegano i ricercatori, quando le mucche sono allevate principalmente all’aperto, come in Nuova Zelanda e Australia, l’azoto contenuto nelle loro urine si decompone nel terreno, producendo due sostanze problematiche: nitrato e protossido di azoto. “Il nitrato inquina le acque di laghi, fiumi e falde acquifere, contribuendo alla crescita eccessiva di alghe e erbe infestanti, mentre il protossido di azoto è gas a effetto serra 300 volte più potente dell’anidride carbonica” precisano gli studiosi in un articolo su The Conversation – . In Europa e in Nord America, dove invece le mucche sono allevate principalmente nelle stalle, il problema è rappresentato da un altro gas inquinante, l’ammoniaca, che viene prodotto quando l’azoto dell’urina si mescola con le feci degli animali”.

Per limitare l’impatto degli allevamenti, all’aperto o in stalla che siano, bisognerebbe quindi cercare di raccogliere l’urina degli animali. “Abbiamo lavorato su questo, applicando i principi della psicologia comportamentale per addestrare i bovini ad urinare in un luogo specifico, ovvero ad andare ‘in bagno’” hanno aggiunto gli studiosi, che per insegnare agli animali a controllare lo stimolo della minzione e a raggiungere il luogo adibito a latrina, hanno utilizzato la tecnica della “ricompensa” proprio come si fa quando ad esempio si addestra un cane a svolgere determinati compiti, come recuperare una pallina o saltare un ostacolo.

Nel caso dei bovini, l’addestramento ha previsto una proceduta denominata “concatenamento all’indietro”: in una prima fase, i bovini  – 16 vitelli divisi in due gruppi da 8 ciascuno -, sono stati posti nella latrina e “ricompensati” con il loro cibo preferito quando urinavano. Successivamente, sono stati spostati al di fuori da quest’area, e aiutati con la ricompensa ad entrare nello spazio adibito a latrina per urinare. “Se al minzione iniziava lungo il tragitto, questa veniva scoraggiata con uno spruzzo d’acqua dall’odore leggermente sgradevole”.

L’addestramento, durato nel complesso 15 giorni, è stato descritto nel dettaglio in uno studio pubblicato su Current Biology, ed ha dato risultati già dopo 15-20 minzioni per la maggior parte dei bovini. “I nostri risultati rivelano un’opportunità finora non esplorata, ovvero di sfruttare le capacità cognitive degli animali per aiutare a risolvere problemi ambientali urgenti senza compromettere il loro benessere – concludono gli autori della ricerca – . Inoltre, riducendo la contaminazione delle aree dove vivono gli animali, è possibile migliorare la pulizia, l’igiene e il benessere del bestiame, diminuendo contemporaneamente l'inquinamento ambientale. Così, l’intelligenza animale può aiutarci a risolvere la crisi climatica”.

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