Anche le foreste europee sono responsabili dell’inquinamento
Può sembrare assurdo, ma uno nuovo studio, intitolato “Europe’s forest management did not mitigate climate warming” e pubblicato su Science, dimostra come, in Europa, l'intervento dell'essere umano sulle foreste e sulle deforestazione abbiamo avuto ripercussioni negative sul clima. Sembrerebbe infatti che le piante e gli alberi scelti da noi per crescere nei nostri Paesi agiscano in realtà nel senso opposto in cui vorremmo, producendo più anidride carbonica e contribuendo all'innalzamento delle temperature. Nel dettaglio, i risultati delle due ricerche, che hanno permesso di giungere a queste conclusioni, mostrano che l'85% delle foreste europee sono gestite dall'essere umano che ha optato per alberi come il Pino Silvestre (Pino di Scozia), il Peccio (abete rosso) e il Faggio. Stiamo parlando di una riforestazione di conifere di 633 mila kmq a scapito delle foreste di latifoglie che, dal 1850, sono state ridotte di 436 mila kmq. Insomma, nel giro di 250 anni abbiamo modificato le naturali foreste che abitavano il nostro continente.
Il passaggio dalle latifoglie alle conifere ha modificato il processo di evapotraspirazione (quantità di acqua che passa dalla terra all'aria sotto forma di vapore in seguito a traspirazione delle piante) e l'albedo (quantità di luce riflessa in tutte le direzioni) al punto da rendere le piante stesse dannose per l'ambiente.
Questi cambiamenti stanno influenzando anche i flussi di energia e acqua tra la terra e l'atmosfera e dimostrano, ancora una volta, la necessità di riforestare con più cognizione di causa, anche tenendo conto delle variabili legate sia alle aree ricche di foreste che a quelle aride, importanti, anzi fondamentali per mantenere un equilibrio.
La deforestazione sta provocando l'innalzamento delle temperature in tutto il Pianeta, eccezion fatte per le latitudini settentrionali. L'auspicio è dunque riuscire a riorganizzare la riforestazione europea al fine di contrastare i cambiamenti climatici in atto.
