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Amare la musica è una questione di cervello: ecco perché alcuni non possono farne a meno

La passione per la musica è una questione di attività cerebrale legata alla sostanza bianca, gli scienziati ci spiegano come reagisce il nostro cervello quando si trova di fronte a quest’arte e ci mostra come mai alcune persone non sia interessate ad ascoltare. Ecco cosa c’è da sapere sull’amore per la musica.
A cura di Zeina Ayache
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La sostanza bianca del cervello riflette la nostra passione per la musica o, per meglio dire, la nostra sensibilità nei confronti di questa arte. Questo è quanto sostengono i ricercatori che hanno osservato attentamente il cervello di alcune persone e ci spiegano come la sostanza bianca possa influenzare il nostro amore per la musica, così come il nostro totale disinteresse.

Sostanza bianca e musica. Gli esperti sono partiti dalla consapevolezza che la passione e l’amore per la musica non sono uguali per tutti, c’è chi non può fare a meno di ascoltarla e chi invece proprio non nutre interesse nei confronti di quest’arte, in quest’ultimo caso parliamo di anedonia musicale. Ma come è possibile? La risposta è tutta nel nostro cervello, come sempre tra l’altro.

Il cervello della musica. Sappiamo che la musica influisce sul nostro sistema di ricompensa nel cervello ed è legato alla corteccia uditiva, in particolare alla corteccia uditiva sopvatempoerale e un’area che è chiave nel processo di ricompensa che si chiama striato ventrale. La sensibilità alla musica dunque dipende dall’attività di queste due aree. Ma come?

Lo studio. Per risponderci, i ricercatori hanno osservato l’attività cerebrale di un gruppo di partecipanti attraverso risonanza magnetica funzionale per comprendere l’attività della sostanza bianca in presenza di musica, così come di altre fonti di appagamento, come il cibo e i soldi. I dati raccolti hanno dimostrato che c’è una relazione tra le strutture della materia bianca che collegano la corteccia ‘musicale’ e l’attività del sistema di ricompensa. Insomma, la sensibilità musicale è correlata alle strutture della sostanza bianca che collegano, da un lato, la corteccia uditiva sovratempoerale con la corteccia orbitofrontale e, dall’altro, la corteccia orbitofrontale con lo striato ventrale.

Conclusioni. Lo studio è importante non solo per capire perché alcune persone amino la musica più di altre, ma soprattutto per comprendere i meccanismi del cervello dell’anedonia nei confronti di determinati stimoli.

Lo studio, intitolato “White Matter Microstructure Reflects Individual Differences in Music Reward Sensitivity”, è stato pubblicato su The Journal of Neuroscience.

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