Al via la sperimentazione nell’uomo di un vaccino contro l’Alzheimer
Un nuovo candidato vaccino contro l’Alzheimer, sviluppato dai ricercatori dell’azienda biofarmaceutica svedese Alzinova AB, è entrato nella fase di sperimentazione clinica nell’uomo. Lo ha comunicato la stessa Alzinova AB in una nota, annunciando l’arruolamento del primo paziente nello studio di fase 1b in Finlandia. Il siero, denominato ALZ-101, stimola la produzione di anticorpi contro le formazioni neurotossiche di proteine, gli oligomeri di beta-amiloide responsabili della malattia.
Il trial è uno studio First in Human (FIH), un tipo di sperimentazione clinica in cui la nuova formulazione è testata per la prima volta nell’uomo, che valuterà la tollerabilità e la sicurezza del vaccino e studierà anche la risposta immunologia dopo la somministrazione, nonché una serie di biomarcatori associati al morbo di Alzheimer. In totale, lo studio includerà 26 pazienti con malattia di Alzheimer ad esordio precoce, che riceveranno quattro dosi di ALZ-101 o placebo.
La sperimentazione esaminerà due diversi dosaggi durante un periodo di trattamento di 20 settimane e verrà condotta interamente in Finlandia dal Clinical Research Services Turku (CRST) che ha una vasta esperienza in studi sull’Alzheimer. L’analisi dei biomarcatori sarà effettuata attraverso una collaborazione di ricerca con l’ospedale universitario Sahlgrenska di Göteborg, in Svezia. I dati preliminari dello studio sono attesi nella seconda metà del 2023.
“È molto soddisfacente che ALZ-101 sia entrato nella fase di test clinici in un’area con un’esigenza medica così enormemente insoddisfatta – ha affermato Kristina Torfgård, CEO di Alzinova AB – . Non vediamo l’ora di continuare lo sviluppo di questo potenziale trattamento modificante la malattia con l’obiettivo a lungo termine di trattare e prevenire l’insorgenza e la progressione di questa malattia devastante”.
Il morbo di Alzheimer è infatti una patologia neurodegenerativa per cui c’è un disperato bisogno di trattamenti efficaci. La malattia colpisce la memoria, il pensiero e il comportamento ed è legata alla formazione di oligomeri del peptide beta-amiloide. Nella maggior parte dei casi l’esordio della malattia avviene dopo i 65 anni, rappresentando il 60-80% de casi di demenza senile.