Addio a George, finisce la triste e solitaria storia dell’ultima chiocciola della sua specie
George è morto, e con lui è scomparsa tutta la sua specie, la Achatinella apexfulva. George era considerato la chiocciola più sola del mondo e ad inizio anno, l’1 gennaio, ci ha lasciati dopo 14 anni. Nato in cattività all’Università delle Hawaii a Manoa, George rappresentava l’ultimo esemplare della sua specie e per questo ha ottenuto questo nome, in onore della testuggine George dell’Isola di Pinta ultimo sopravvissuto a suo volta della specie di appartenenza.
La bellezza fu la loro condanna. La specie Achatinella apexfulva è stata una delle prime 750 specie di chiocciole delle Hawaii descritte dagli scienziati e un tempo erano molto diffuse a O’ahu, ma i loro bellissimi gusci attirarono l’attenzione e la facile accessibilità ha fatto si che il loro numero si riducesse vertiginosamente.
Gli ultimi 10. Fu così che nel 1997 gli ultimi esemplari di Achatinella apexfulva furono raccolti e portati nei laborati dell’Università delle Hawaii dove sono vissute in cattività fino alla morte. Durante gli anni sono nati solo alcuni nuovi esemplari, ma con la chiusura del laboratorio (anche senza reali motivazioni), di questa lumaca di terra è rimasto solo George.
Ha cercato invano l’amore. George, per quanto abbia un nome da maschio, in realtà è un ermafrodito, cioè presenta sia i caratteri sessuali maschili che quelli femminili. Purtroppo però la specie Achatinella apexfulva ha comunque bisogno di un partner per riprodursi.
Una vita sotto i riflettori. George è diventato un simbolo sia per la sua specie, sia in generale per le lumache di terra delle Hawaii ed è stato spesso oggetto di interesse anche dei media, oltre che dei bambini e dei visitatori che accorrevano per vederlo nel laboratorio in cui viveva.
Il sogno della clonazione. Di George ci resta un piccolo frammento di 2 millimetri del suo corpo che è stato prelevato con un rasoio nel 2019 e che si trova in un freezer a San Diego, nello zoo ‘congelato’ dove si trovano molti campioni di animali che, un domani, potrebbero essere clonati. Si spera però per non essere portati nuovamente all’estinzione