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A Venezia il livello del mare potrebbe salire di 1,2 metri entro il 2100

È quanto emerge dalle stime pubblicate sulla rivista Natural Hazards and Earth System Sciences da un team internazionale di ricerca guidato dagli studiosi dell’Università del Salento, dell’Istituto di scienze marine del CNR e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
A cura di Valeria Aiello
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Con il livello dei mari di tutto il mondo destinato a salire nei prossimi anni, Venezia è tra le città costiere più minacciate. Il solo Mose potrebbe non bastare a proteggere la città dai futuri innalzamenti che, entro la fine del secolo, potrebbero superare di gran lunga i 60 centimetri di crescita bloccati dal sistema di paratoie a difesa della città lagunare.

Anche se le stime a lungo termine sono ancora incerte, l’impatto crescente delle emissioni inquinanti rischia infatti di tradursi in un innalzamento che, a seconda degli interventi più o meno efficaci di riduzione dei gas serra, per Venezia oscilla dai 17 ai 120 centimetri entro il 2100.

Dalla stima, presentata in una nuova analisi scientifica da un team internazionale di ricerca, coordinato dagli studiosi dell’Università del Salento, dell’Istituto di scienze marine del CNR e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, appare evidente che un certo aumento del livello del mare “sarà inevitabile” per la città lagunare e che tale incremento si tradurrà in “un maggior numero di eventi estremi e conseguenti rischi di gravi allagamenti” sottolineano gli autori della ricerca.

Questi eventi estremi a Venezia – indicano gli studiosi – non sono da attribuire esclusivamente a forti tempeste di scirocco, ma sono riconducibili anche ad altri fattori, tra cui meteo tsunami e onde atmosferiche planetarie, che hanno contribuito in passato e contribuiranno in futuro a determinare eventi estremi”.

Quando, come a Venezia, le aree a rischio sono prossime al limite superiore del range della marea, qualsiasi evento meteorologico può essere pericoloso e causare allagamenti gravi – ha spiegato Piero Lionello, professore all’Università del Salento e co-autore principale dello studio – . Piccoli contributi all’aumento del livello del mare possono determinare pesanti impatti”.

L’analisi, che comprende tre studi pubblicati sulla rivista Natural Hazards and Earth System Sciences, evidenzia l’ampiezza dei possibili impatti nel breve e lungo periodo di uno scenario di alte emissioni sull’utilizzo del Mose e su rischio di allagamenti. In uno scenario ritenuto plausibile, seppur improbabile, di accelerato innalzamento del livello del mare, si prefigura la necessità di chiudere la laguna per quasi tutto l’anno a partire dal 2075. “Una tale chiusura estrema del sistema di difesa costiera avrebbe gravi ripercussioni ambientali ed economiche sulla città di Venezia e sulla laguna”.

Il livello del mare è una ‘brutta bestia’. Anche se fermassimo completamente il riscaldamento globale smettendo di utilizzare i combustibili fossili, il livello del mare continuerebbe a innalzarsi, seppur ad una velocità molto ridotta – ha sottolineato Lionello -. Grazie a studi come questo, abbiamo le informazioni per identificare i rischi futuri e, anche se non sappiamo esattamente quando, gli indizi attuali indicano che dobbiamo cambiare le nostre strategie di adattamento. È evidente che dobbiamo essere pronti ad agire”.

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