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Zoomafie ed Internet, le nuove frontiere criminali dello sfruttamento animale

Accanto alle “tradizionali” forme di sfruttamento animale, in anni recenti l’ultima frontiera delle zoomafie è diventato il traffico di cuccioli esotici grazie al web, per un giro d’affari che, in totale, muove tre miliardi di euro l’anno.
A cura di Nadia Vitali
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Accanto alle "tradizionali" forme di sfruttamento animale, in anni recenti l'ultima frontiera delle zoomafie è diventato il traffico di cuccioli esotici grazie al web, per un giro d'affari che, in totale, muove tre miliardi di euro l'anno.

Un giro d'affari tutto completamente illegale che muove tre miliardi di euro l'anno grazie a centinaia di migliaia di animali contrabbandati, sfruttati, massacrati ed uccisi ogni anno dalle laide mani criminali della zoomafia: questi i dati che emergono dal Rapporto Zoomafia 2011: malaffare, crimini e animali curato da Ciro Troiano responsabile dell'Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lega Antivivisezione. Un rapporto che mette in luce chiaramente come l'apertura di nuove frontiere criminali, grazie ad internet, stia facendo ampliare il fenomeno ben al di là dei confini nazionali.

Attualmente, grazie al web e ad una carta di credito, è diventato molto facile farsi recapitare un cucciolo di una specie in via di estinzione, usanza assai gradita ai malviventi che, grazie all'esibizione del proprio «trofeo» ritengono di mostrare la propria potenza, seppur in modalità tribali, oppure seguire e scommettere su corse o combattimenti clandestini. A tutto questo contribuiscono anche quanti, accomodati dinanzi alla propria scrivania, ricorrono al web per assistere a scene che documentano atti di violenza ed assassinii di animali: « La diffusione di immagini e video riguarda diverse tipologie di maltrattamenti che vanno dall’uccisione gratuita (es. animali dati a fuoco, lanciati da edifici, scuoiati vivi, ecc.) al maltrattamento violento (animali picchiati, feriti, appesi, usati come bersaglio, ecc.) a fenomeni più complessi come il crush fetish, i combattimenti tra animali, le corse clandestine di cavalli, la zooerastia.»

Accanto a queste raccapriccianti nuove "tendenze", permangono le "tradizionali" forme di illegalità legate alle zoomafie; la più remunerativa è indiscutibilmente quella legata alle scommesse sui cavalli, un affare che è fruttato alla criminalità ben 1 miliardo di euro nel 2010 e che ha portato, tra il 1998 ed il 2010, alla denuncia di 2997 persone, al sequestro di 1032 equini, al blocco di 92 corse clandestine. « Cavalli massacrati, macellati, fatti a pezzi e gettati nella spazzatura o uccisi sulla strada dopo una gara illegale. Dietro le corse clandestine di cavalli c’è anche questo, la strage di cavalli morti sulle strade o feriti gravemente a seguito di incidenti e finiti sul posto.»

Il business sui randagi, l'importazione di cuccioli provenienti dall'est e l'allevamento in canili illegali (alcuni semplicemente dei lager come Green Hill, il canile degli orrori in provincia di Brescia): i cani hanno garantito introiti per 500 milioni di euro alla zoomafia, uniti ai 300 milioni derivanti dalle lotte clandestine tra questi, mentre dalla «cupola del bestiame» i guadagni sono stati di 400 milioni di euro. «Contraffazione di sostanze alimentari, macellazione clandestina, abigeato, doping […]  Mandrie abbandonate e maltrattate, allevamenti sorti su discariche, giovani bufalotti lasciati morire di inedia, animali affetti da brucellosi, bovini spacciati per “razza chianina”, maiali diventati quasi ciechi a causa delle condizioni disumane in cui vivevano, vitelli ammalati abbandonati vicino ai cassonetti dei rifiuti, suini importati spacciati per altoatesini» alcuni tra i casi accertati del 2010, uniti all'onnipresente settore delle sofisticazioni alimentari.

Il bracconaggio, anche di specie considerate a rischio di estinzione, ed il traffico di animali, vivi o imbalsamati che siano, non solo non accennano a diminuire, ma i sequestri hanno registrato un notevole incremento durante l'anno scorso: «zanne di elefante, statuine e addirittura un completo d’arrosto con manici in avorio, caviale importato di frodo, serpenti velenosi, giacche in pelle di pitone, farmaci e creme cinesi con estratti di animali protetti, pomate a base di cistifellea di orso contro le infiammazioni muscolari, cavallucci marini essiccati per sconfiggere l’impotenza, giubbotti fatti con la pelliccia di procione, tartarughe, bertucce tenute in casa e tantissimi altri oggetti e animali» dati che documentano, soprattutto, l'allarmante ignoranza dei possessori di tali prodotti che costituiscono un affare da 500 milioni di euro.

Animali utilizzati anche a scopo intimidatorio e non solo nella comune veste di cani da guardia: «fenomeno di difficile catalogazione e prevenzione: cani aizzati contro le persone o per commettere rapine, agnelli sgozzati, teste di capretto spedite a scopo intimidatorio, cavalli uccisi per ritorsione, cani impiccati per minacciare o per vendetta, pit bull utilizzati per fare la guardia alla refurtiva, addirittura un pitone albino di tre metri per nascondere cocaina purissima e minacciare i rivali». Per la fauna del mare, naturalmente,alcuna tregua, dal momento che frutta ben 300 milioni di euro: tra i casi di sofisticazione, la pesca di frodo con esplosivi e la « raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori e consumatori compiacenti, la pesca illegale di tonno rosso» le nostre acque sono sempre più povere. Magari sarebbe il caso di pensarci, quando improvvisati amanti della pesca compiono vere e proprie mattanze di tonni o quando mangiamo i ricci di mare sempre più rari sul fondo marino: perché responsabili dell'orrore, in questo caso, siamo anche noi, assieme alla zoomafia che si arricchisce.

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