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Zika, ecco gli anticorpi che potrebbero neutralizzare il virus

Ma che, allo stesso tempo, possono rendere l’infezione più violenta: lo studio dell’Imperial College London.
A cura di Nadia Vitali
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Zika virus, rappresentazione (Purdue University/PA Wire)
Zika virus, rappresentazione (Purdue University/PA Wire)

Tutti – o quasi – abbiamo imparato da diversi mesi a conoscere il famigerato virus Zika, in particolare da quando è stato messo in relazione con le malformazioni osservate nei bambini nati da donne che avevano contratto l'infezione durante la gravidanza. Al pari dello Zika, anche il virus dengue è responsabile di una malattia infettiva la quale, ogni anno, fa registrare 390 milioni di casi. Adesso, una ricerca condotta dagli studiosi dell'Imperial College London mette in relazione le due malattie, sostenendo che l'esposizione al virus dengue potrebbe innalzare la potenza dell'infezione da Zika virus.

Il rapporto tra dengue e Zika

I primi risultati di laboratorio, resi noti attraverso un articolo pubblicato da Nature Immunology, potrebbero spiegare in primo luogo la gravità dell'attuale epidemia ma anche la sua diffusione, prevalente proprio nelle aree in cui si registrano alte concentrazioni di infezioni da dengue. Lo studio, che ha coinvolto gli scienziati dell'Institut Pasteur di Parigi e della Mahidol University di Bangkok, suggerisce che il virus Zika agisce utilizzando le difese immunitarie come un cavallo di Troia, “entrando” così indisturbato nell'organismo, dove poi si replica velocemente. Nuovi studi saranno necessari per confermare queste conclusioni e, eventualmente, procedere verso un vaccino, lungo una strada già percorsa da diverse università, case farmaceutiche ed istituti di ricerca.

Gli anticorpi della dengue: un'arma a doppio taglio

In un secondo lavoro dello stesso gruppo di ricerca, pubblicato da Nature, è stato evidenziato come un anticorpo che funziona contro il virus dengue sembrerebbe in grado di neutralizzare anche lo Zika: in effetti i due virus appartengono alla stessa famiglia dei Flaviviridae ed entrambi vengono trasmessi attraverso le punture delle zanzare del genere Aedes. La scoperta potrebbe fornire un ulteriore spunto per un vaccino.
I ricercatori hanno utilizzato gli anticorpi sviluppati da individui precedentemente infettati dalla dengue e, lavorando su colture cellulari assieme allo Zika virus, hanno osservato che questi anticorpi riconoscono lo Zika virus e possono agire contro di esso.

L'infezione da dengue, però, potrebbe amplificare quella da Zika, a causa di un fenomeno già osservato in pazienti che, colpiti una volta da dengue, venivano infettati da un ceppo diverso del virus: in questo caso il sistema immunitario, anziché difendersi, tendeva a favorire la replicazione virale. L'ipotesi degli studiosi è che tale processo possa essere esteso anche alle persone che, dopo aver contratto la dengue, vengono esposte al virus Zika.

Gli studiosi hanno però individuato un gruppo di anticorpi che potrebbe aiutare a contrastare questo fenomeno: uno studio precedente del gruppo aveva, infatti, dimostrato che il sistema immunitario genera anticorpi in grado di bloccare il virus dengue – chiamati EDE1 – che potrebbero ostacolare anche il virus Zika nell'entrare nelle cellule del sistema immunitario.

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