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Wwf, l’uomo è responsabile del dimezzamento della popolazione animale

“L’umanità avrebbe bisogno di 2,6 pianeti per sostenersi”, questo il giudizio del Wwf che nel Living Planet Report 2014 traccia il quadro di una Terra sempre più sofferente.
A cura di Redazione Scienze
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La tigre, una delle specie a rischio di estinzione.
La tigre, una delle specie a rischio di estinzione.

Viviamo al di sopra delle nostre possibilità e, soprattutto, al di sopra di quelle della Terra. A rivelarlo è il Living Planet Report 2014 del Wwf, secondo cui, se la popolazione mondiale conducesse lo stile di vita degli europei, "l'umanità avrebbe bisogno di 2,6 pianeti per sostenersi". E l'Italia rientra a pieno nella media europea. Perché gli abitanti del Vecchio continente riescano a mantenere il proprio stile di vita, essi fanno tacitamente affidamento sul consumo di energia e sul riassorbimento dell'inquinamento "offerto" da altre aree del pianeta: "27 stati dell'Unione europea vivono oltre i livelli di un pianeta e fanno inoltre pesantemente affidamento sulle risorse naturali di altri paesi".

Mentre l'umanità mette a rischio se stessa, un numero crescente di specie animali si estingue. Dal 1970 ad oggi le specie di animali vertebrati si sono ridotte di oltre la metà, mentre "le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970". All'origine di questa distruzione vi è la riduzione degli habitat naturali e l'alterazione dei singoli ecosistemi causati dall'espansione dei centri abitati, da grandi opere ingegneristiche (come le dighe) e dall'inquinamento atmosferico e acquatico. Una situazione di criticità che impatta anche sulla vita dell'uomo se si pensa che "più di 200 bacini fluviali, dove vivono oltre 2,5 miliardi di persone, soffrono una grave scarsità d'acqua per almeno un mese ogni anno". A queste cause si aggiunge il bracconaggio, su cui si è concentrata di recente una ricerca focalizzata sul contrabbando di avorio e la conseguente uccisione degli elefanti.

Una popolazione crescente, sempre più orientata al consumo, alimenta la domanda di risorse naturali che "è oltre il 50% più grande di ciò che i sistemi naturali sono in grado di rigenerare". Per rispondere al fabbisogno dell'homo consumans sarebbe necessaria una Terra e mezzo. Insomma, il rapporto del Wwf evidenzia un'umanità che, rendendo precaria la vita di ciò che lo circonda, mette in pericolo se stesso. Un'umanità in debito a cui, se non si interviene al più presto, sarà chiesto, prima o poi, di saldare il conto.

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