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Un pericoloso batterio si nasconde nei nostri soldi sporchi

Uno studio rivela quanti e quali batteri vivano nei nostri soldi, che siano banconote o monete. Se alcuni sono innocui, altri possono essere molto pericolosi.
A cura di Zeina Ayache
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I soldi contengono un batterio pericoloso
I soldi contengono un batterio pericoloso

Che i soldi non fossero il ritratto della pulizia già lo si poteva immaginare, ma gli studenti dell'Università di Surrey ne hanno dato dimostrazione osservandoli al microscopio.

I batteri che crescono nel denaro sono raggruppati in migliaia di colonie che proliferano, indistintamente, su banconote e monete. L'esperimento degli studenti è consistito nel trattare il denaro con una sostanza che agevola la crescita dei batteri allo scopo di dimostrare quanto sporchi possano essere i soldi.

Se nella maggior parte dei casi i tipi di batteri riscontrati risultavano innocui, come nel caso del bacillus mycoides (bacillo micoide), in altri sono risultati pericolosi. Tra questi, spiega il professor Simon Park, docente di biologia molecolare presso l'università, “Abbiamo riscontrato la presenza dell'MRSA e di altri batteri che possono provocare infezioni alimentari”. L'MRSA è conosciuto anche come Staphylococcus aureus resistente alla meticillina ed è proprio questa loro resistenza agli antibiotici che li rende più virulenti e dannosi, poiché possono portare ad infezioni della cute e dei tessuti molli, ma anche polmonite e sindrome da shock tossico. Proprio perché passato di mano in mano, il denaro è un perfetto ecosistema nel quale i batteri possono moltiplicarsi e fortificarsi. Non tutte le persone vengono contagiate dall'MRSA, altrimenti ad oggi dovremmo parlare di pandemia, ma a rischio sono i soggetti con basse difese immunitarie.

In passato, gli studenti dell'Università di Surrey hanno effettuato un esperimento simile sui cellulari. Anche in quel caso furono trovate molte colonie di batteri, ma, trattandosi di un oggetto personale, risultavano meno pericolosi poiché provenienti dal proprietario stesso. L'esperimento inglese, oltre a fornirci maggiore consapevolezza del mondo di batteri che ci circonda, sicuramente ci mette nell'ottica di comprendere quanto sia importante lavarsi le mani una volta tornati a casa.

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