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Trasformare le cellule adipose in staminali per riparare i tessuti

I ricercatori sono riusciti a “trasformare” le cellule adipose e delle ossa in staminali capaci di rigenerare tessuti danneggiati. Per ora il nuovo sistema di riparazione è risultato efficace sui topi, ma entro il 2017 gli scienziati contano di passare alla sperimentazione sugli umani.
A cura di Zeina Ayache
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Le cellule staminali offrono grandi opportunità, come dimostra il nuovo studio della UNSW Australia, intitolato “PDGF-AB and 5-Azacytidine induce conversion of somatic cells into tissue-regenerative multipotent stem cells” e pubblicato su PNAS, grazie al quale in futuro i medici potranno riparare i tessuti danneggiati. Secondo i ricercatori infatti, è possibile sviluppare una terapia a base di cellule staminali per riparare i tessuti danneggiati da incidenti, malattie o invecchiamento. Al momento i test sono stati effettuati sui topi, ma, per il 2017, si spera di poter iniziare la fase di sperimentazione su soggetti umani.

Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno osservato il modo in cui le salamandre riescono a riparare il propri arti rigenerandoli, qualche giorno fa avevamo parlato invece del “segreto svelato” dei tritoni considerati i re della rigenerazione.

Come spiega il professor Pimanda, autore dello studio, la nuova tecnica da loro sviluppata è in grado di riprogrammare le cellule adipose e quelle delle ossa in cellule staminali multipotenti indotte (iMS), inoltre, sottolinea, questa tecnica rappresenta un importate passo in avanti rispetto alle altre terapie basate sulle staminali che non hanno mostrato un vero contributo alla formazione del tessuto.

In pratica i ricercatori hanno prelevato alcune cellule adipose e delle ossa, ne hanno spento la memoria e le hanno convertite in staminali che potessero riparare i vari tessuti all'interno dei quali venivano inserite. Per riuscirci, le principali cellule sono state trattate, per circa 2 settimane, con 5-azacitidina e con il fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGF).

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I test effettuati per ora sui topi hanno dimostrato l'efficacia di questo nuovo sistema e la speranza dei ricercatori è di poter iniziare la sperimentazione sugli umani entro il 2017. Se quanto scoperto dovesse risultare efficace anche per noi, potremmo trovarci ad un vero punto di svolta.

[Foto copertina di UNSW TV]

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