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Studio australiano: «L’omeopatia è del tutto inefficace »

Il National Health and Medical Research Council ha reso noti i risultati di un’analisi che ha valutato 225 ricerche scientifiche relative alla funzionalità delle cure omeopatiche.
A cura di Redazione Scienze
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C'è un nuovo studio che farà discutere i sostenitori e i detrattori di una pratica estremamente controversa: lo ha condotto un gruppo di scienziati del National Health and Medical Research Council, ossia il principale organismo per la ricerca medica e la salute pubblica, e riguarda l'efficacia dell'omeopatia. I ricercatori hanno da poco reso noti i risultati di una accurata indagine che ha riesaminato decine di pubblicazioni sul tema i cui risultati sono stati annunciati con parole lapidarie: l'ente, infatti, conclude che non sono state riscontrate prove che l'omeopatia sia in qualche modo efficace per qualche malattia.

All'omeopatia non bisognerebbe ricorrere per trattare condizioni cliniche croniche, delicate o che potrebbero aggravarsi. Le persone che scelgono l'omeopatia mettono esse stesse in pericolo qualora rifiutino o ritardino l'inizio di terapie per le quali, oltretutto, esistono prove che ne confermano l'efficacia e la sicurezza.

Un'analisi su 225 studi precedenti

Il gruppo ha sottoposto a revisione 225 studi che, in diversi modi, esaminavano il rapporto tra omeopatia e singole malattie; tra questi erano presenti anche 57 revisioni sistematiche, ossia studi che compendiano valutando la letteratura scientifica esistente su un determinato argomento. Perché uno studio possa rientrare in un'analisi siffatta è necessario che rispetti degli standard corretti dal punto di vista metodologico: non si può parlare di un argomento serio come la salute pubblica quando i campioni presi in esame sono troppo esigui per fornire un dato statistico rilevante, ad esempio.

L'indagine, che è durata ben due anni, si è basata su una panoramica di studi indipendenti pubblicati fino al 2013 da riviste internazionali specializzate, su una valutazione indipendente di informazioni fornite dal privati cittadini o da gruppi che, a vario titolo, sono fortemente interessati alla diffusione dell'omeopatia e, infine, su considerazioni sulle linee guida governative pubblicate in altri paesi in materia di omeopatia. Il verdetto non lascia molti dubbi ma è pur vero, sottolineano gli stessi autori del lavoro, che non si possono estendere queste conclusioni a tutte le malattie in assoluto, qualora non siano state oggetto dell'indagine.

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