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Storie di italiani spaziali

Luca Parmitano non sarà il primo connazionale a varcare le soglie dell’atmosfera terrestre. Ricapitoliamo in breve chi tra gli italiani lo ha preceduto lungo le rotte celesti.
A cura di Nadia Vitali
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Mancano pochissime ore all'appuntamento che, alle 22.30 ore italiane, porterà il nostro sesto astronauta negli abissi della volta celeste: Luca Parmitano partirà questa sera con la navetta Soyuz dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, con destinazione Stazione Spaziale Internazionale, dove resterà per 166 giorni. L'astronauta dellAgenzia Spaziale Europea potrà vantare un primato tutto personale poiché sarà il primo italiano impegnato in una missione extraveicolare, svolgendo nell'ambito di due “passeggiate spaziali” operazioni di manutenzione e configurazione della ISS: tuttavia non sarà il primo connazionale a raggiungere le immensità cosmiche, coronando il sogno di tanti bambini ormai cresciuti.

Tutto, infatti, cominciò con Franco Malerba, primo italiano in assoluto a volare nello spazio, a pochi anni di distanza dalla nascita dell'ASI. Nel 1988, infatti, anche l'Italia si era dotata della propria agenzia spaziale, compiendo un passo ormai quasi obbligato, visti gli sforzi e gli investimenti nel settore a cui il nostro Paese aveva partecipato fin dagli anni '60; l'Italia era stata, del resto, tra i Paesi europei che fortemente avevano voluto la fondazione dell'ESA. Malerba partì dal Kennedy Space Center nell'ambito della missione STS-46 il 31 Luglio 1992 con lo Space Shuttle Atlantis; furono circa otto giorni in orbita assieme ai sei compagni di viaggio, tra cui Claude Nicollier, primo svizzero ad andare nello spazio. Carico utile del "volo" era il Tethered Satellite System 1 (TSS-1), satellite sviluppato e messo a punto proprio dall'Agenzia Spaziale Italiana: Franco Malerba, ingegnere e fisico, era dunque lo specialista del carico. La missione fu un passo fondamentale verso lo spazio per il nostro Paese, per la sua industria di punta, per la sua visibilità nell'ambito internazionale.

Il 22 febbraio del 1996 è la data del lancio della missione STS-75 che porterà nello spazio altri due connazionali a bordo dello Space Shuttle Columbia: Maurizio Cheli, primo italiano a ricoprire il ruolo di Mission Specialist, ed Umberto Guidoni, specialista scientifico, in orbita per circa 16 giorni. Il primo, Cheli, proviene da una formazione marcatamente aeronautica, oltre ad essere un ingegnere aerospaziale; Guidoni, invece, è un astrofisico. Sarà quest'ultimo ad avere il privilegio, a bordo dell'Endeavour, di essere il primo astronauta europeo a salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, nell'ambito di uno dei voli di assemblaggio della ISS durante il quale venne anche inaugurato il modulo logistico Raffaello, tutto italiano. Lanciata il 19 aprile del 2001, la missione STS-100 rientrò il primo maggio successivo, dopo aver portato testimonianza anche nello spazio delle eccellenze nazionali nel campo tecnico e scientifico; per l'occasione Guidoni portò, assieme alla bandiera italiana, lo stendardo della Presidenza della Repubblica Italiana a "sventolare" tra le stelle.

Il contributo dell'industria nell'ambito spaziale prosegue negli ultimi anni, consolidando l'importanza del nostro Paese in tale settore; parallelamente, le periodiche selezioni dell'ESA portano alla ribalta due nuovi astronauti italiani, entrambi scelti nel 1998. Si tratta di Roberto Vittori e di Paolo Nespoli. Vittori partecipa dal 25 aprile al 5 maggio 2002 alla missione "taxi-flight" Marco Polo, divenendo il primo italiano a partire dalla base di Baikonur. Uno dei principali obiettivi del volo, raggiunto con successo, era la consegna della Soyuz TM-34, una sorta di scialuppa di salvataggio per gli astronauti dell'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale da utilizzare in casi di emergenza. Dal 15 al 25 Aprile 2005 prende parte alla missione Eneide in qualità di ingegnere di volo, svolgendo un ruolo fondamentale nella guida e nelle fasi di attracco della Soyuz. L'ultimo lancio per Vittori è avvenuto nel maggio del 2011 da Cape Canaveral, quando assieme all'astronauta sono partiti alla volta della ISS strumenti per gli esperimenti raffinatissimi di provenienza italiana (oltre ad una piccola balestra che Vittori ha portato con sé, come simbolo della città di Sansepolcro dove vive). Il 23 ottobre 2007 è la volta di Paolo Nespoli, partito nell'ambito della STS-120, missione diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale per installare un nodo di scambio costruito dall'Alenia Spazio: tale nodo è un altro modulo abitativo a marchio italiano della ISS. In qualità di ingegnere di volo ha successivamente preso parte a ben tre missioni che ne hanno fatto il primo italiano a soggiornare per lunghi periodi di tempo (fino a sei mesi) nello spazio; la sua straordinaria esperienza è stata condivisa in un libro.

E cosa prevede il futuro dell'Italia nello spazio? Come è facile immaginare, è finalmente giunto il turno di una donna: si tratta di Samantha Cristoforetti, attualmente assegnata al programma di addestramento, che sarà in orbita nel 2014, destinazione Stazione Spaziale Internazionale. Ma, nell'attesa di questo evento ancora lontano nel tempo, non resta che aspettare il lancio di Luca Parmitano, il primo italiano che vivrà un'emozione riservata a pochissimi: camminare nello spazio.

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