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Stephen Hawking: “I dottori mi offrirono la morte”

Hawking si racconta nel film documentario che uscirà entro la fine dell’anno. Quando era in stesura il suo best-seller, i medici pensarono che non sarebbe mai riuscito a sopravvivere a una polmonite. Ma la ex moglie rifiutò l’eutanasia.
A cura di Redazione Scienze
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Entro la fine dell'anno verrà proiettato il film documentario sulla vita di Stephen Hawking, matematico e fisico noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri. Anche a chi non può conoscere l'opera scientifica di Hawking, la vita di quest'uomo racconta prima di tutto una storia fatta di tenacia e coraggio. Lo scienziato britannico è affetto da atrofia muscolare progressiva (AMP), malattia che colpisce il motoneurone e che condanna all'immobilità. Nel racconto biografico dello scienziato la AMP non può mancare, avendo sottoposto Hawking, senza alcuna pausa, alla minaccia della morte. Inizialmente i medici supposero si trattasse di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia progressiva che difficilmente dà al malato più di 10 anni di vita. Con Hawking – 71 anni compiuti e da 58 affetto da AMP – ci si rese conto solo successivamente che si trattasse di un'altra malattia. Dal 1965 al 1970, il giovane Hawking si dedica alla stesura del saggio "Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo". E' in questo periodo che dopo una infezione polmonare che si trasmormò in polmonite – rivela lo scienziato nel documentario – lo scienziato è stato vicino alla morte per eutanasia.

"E ‘stato un incidente molto grave e sono stato subito messo in coma farmacologico e attaccato ad una macchina di supporto vitale. I medici pensavano che stessi per finire, al punto tale che offrirono a Jane [la prima moglie] la possibilità si spegnere la macchina […] Jane rifiutò di spegnere la macchina e insistette che venissi riportato a Cambridge".

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